1. Sacrifice - Lisa Gerrard e Pieter Bourke
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Lasciata la strada principale, si prosegue per circa 13 km di strada asfaltata, salvo divieti di accesso, fino ad un parcheggio (2080 m) assai vicino ai laghi di Cornisello ed al rifugio omonimo. ![]() ![]() Il sentiero, parzialmente intuibile sotto la neve, percorre il perimetro destro del lago superiore con ampio giro. Preferiamo invece superare il ponticello sul rio tra i due laghetti, portarci sulla sponda meridionale e seguire la traccia in salita, lasciata da alcuni sci-alpinisti transitati prima di noi (le loro auto erano presenti al parcheggio, al nostro arrivo), che percorre orizzontalmente la Costiera di Cornisello alla nostra sinistra. Già dal lago superiore è perfettamente visibile la slanciata cima Cornisello, il vallone che vorremmo risalire e l’ampia insellatura oltre la quale si estende la vedretta di Cornisello.
Percorso tracciato su mappa Kompass: rosso in andata, verde al ritorno. La salita procede tranquilla e senza difficoltà; il dislivello non è mai eccessivo, il manto nevoso è compatto e non richiede l’uso delle ciaspole. Di fronte a noi si stagliano le cime Cornisello, Denza, Scarpacò, Corni di Venezia ed il Corno Giner; alle nostre spalle invece la lunga e possente catena del Brenta occupa l’intero orizzonte. Panorama verso est sul gruppo del Brenta (foto di Alberto Zerbini)
Le tracce di salita si insinuano tra due coste rocciose; a questo punto incontriamo alcuni sci-alpinisti che stanno scendendo. Lasciamo loro la precedenza. Si tratta sicuramente della parte più impegnativa di tutta l’escursione; qualche decina di metri molto ripidi, superati con piccoli zig-zag che richiedono attenzione. Oltre questo passaggio obbligato si riprende a salire in maniera meno impegnativa raggiungendo l’ampia insellatura della vedretta di Cornisello (ore 3,30 circa dal parcheggio). Panorama verso ovest sulle cime che racchiudono la vedretta: da sinistra in primo piano il Cornisello, dietro le cime d’Amola, Denza e Scarpacò. Per il ritorno si seguono le medesime tracce di salita: soltanto nel passaggio più delicato, superato in salita, togliamo le ciaspole ed affrontiamo faticosamente la discesa in maniera diretta sprofondando nella neve fino alle ginocchia. (Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |

Mappa della cima:
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