1. Concerto per Oboe e Archi III mov - Corelli
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Il rifugio Revolto (aperto, 1336 m) rappresenta il punto di partenza dell’itinerario. Si sale per sentiero che, dirigendosi verso nord con discreta pendenza, sbuca sulla strada forestale, evitandone i tornanti, poco prima del passo Pertica, dove ha sede il rifugio omonimo (aperto, 1522 m). Si prosegue sulla comoda strada militare sterrata (segnavia n. 286-109) che conduce, senza eccessivo sforzo e grazie ad alcune varianti che “tagliano” i tornanti, all’alpe di Campobrun in prossimità del rifugio Scalorbi (chiuso, 1767 m), punto di confluenza tra il Vallone della Teleferica, così chiamato perchè lungo esso saliva la teleferica di guerra e di cui si notano ancora i piloni di cemento, e l’alto vallone di Campobrun che sfocia presso bocchetta Mosca.Dal rifugio Scalorbi, seguendo inizialmente l’itinerario 112, si prende un ampio sentiero che risale i valloncelli erbosi fino ad un bivio (quota 1901 m) presso il quale si stacca a sinistra un sentierino che, alzandosi per gradoni erbosi e detritici, raggiunge un piccolo ghiaione alla cui sommità inizia la via ferrata, con targa dedicata al socio alpinista Campalani (ore 2,20 dal rifugio Revolto).L’attacco è piuttosto impegnativo e selettivo; una staffa ed una robusta catena aiutano a guadagnare il primo salto ma non evitano l’uso forzato delle braccia. Superata una prima paretina ed obliquando a destra per una trentina di metri si entra in un camino roccioso con saldi appigli nel quale però uno zaino ingombrante può creare qualche fastidio. Se ne esce superando un pendio che porta ad una fessura; la si supera spingendosi un pò in fuori. Al termine di questa esposta traversata si entra in un facile canalino detritico oltre il quale si sale sulla gobba detritica e mugosa dello sperone (termine della via attrezzata). Piegando a destra la si risale faticosamente fino alla sommità per poi calare in pochi passi alla depressione dove arriva la mulattiera di arroccamento 112, proveniente dal rifugio Scalorbi e che seguiremo al ritorno, che conduce in breve al rifugio Fraccaroli (2230 m) ed a cima Carega. (ore 1,20 dall’attacco della ferrata) Panorama dalla cresta finale dello Sperone: da sinistra in primo piano schieramento sud di cima Carega, forcella Mosca e cima omonima, catena dell’Obante. In secondo piano, da sinistra gruppo del Pasubio e Sengio Alto. Una splendida giornata autunnale senza confronti, uno spazio senza confini e due elevazioni, simili nella loro struttura morfologica e per altezza, hanno permesso alla vista di spaziare in ogni direzione. Nel breve spazio temporale di un’ora tutto è tornato al proprio posto, tutti i rumori del mondo sono cessati, ad eccezione del fruscio del vento. Poi l’ora passa, come passano tutte le ore, e viene il tempo di ritornare a valle, alla normalità quotidiana. Ritornati alla depressione tra cima Carega e Sperone Sud-Est, si segue la mulattiera di arroccamento (itinerario 112) che scende lungo la spaziosa parte superiore del Vallone di Campobrun costeggiando il poderoso schieramento sud di cima Carega con una fitta serie di arditi avvolgimenti che si spingono fino alla base della seghettata muraglia sommitale. Si transita quindi presso bocchetta Mosca (2029 m) e nuovamente presso il bivio incontrato al mattino, con indicazione per la via ferrata. (rif. in corsivo a Sezioni vicentine del CAI – Itinerari Pasubio Carega)
Vista della parte superiore del Vallone di Campobrun: da sinistra in primo piano lo Sperone di Sud Est con la ferrata Campalani, forcella Mosca e cima omonima. In secondo piano, al centro lo schieramento sud di cima Carega che termina a forcella Mosca. Un’evidente traccia di sentiero sulla nostra destra, non segnata sulle mappe, ci invita a percorrerla nella speranza, fondata, che sfoci sulla mulattiera militare percorsa in salita (itinerario 286-109). E così avviene. La scorciatoia si immette sulla mulattiera nei pressi di malga Campobrun, adagiata sul fondo prativo del vallone. Da questo punto il ritorno segue la stessa via di salita, transitando per il rifugio Partica prima ed il Revolto poi. (ore 2,00 da cima del Carega)
Tutte le foto non firmate sono attribuibili a Fabio Righetti, compagno d’escursione)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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