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Il Passo Coe potrebbe essere considerato una zona d’elezione per le racchette da neve: un vasto altopiano, con magnifici boschi che si alternano a pascoli soleggiati, dove la maggior parte delle cime è raggiungibile senza eccessive difficoltà. Le recenti piste da sci predisposte su Costa d’Agra, a nord del passo e collegate con il carosello sciistico di Folgaria, e l’anello di fondo sulle pendici del Monte Maggio, a sud dello stesso, hanno di fatto privilegiato gli sports di discesa e fondo, anche se è ancora possibile trovare un po’ di quella quiete apprezzata da chi si muove nella natura in maniera più discreta… (visittrentino.it)
Con partenza ed arrivo al Passo Coe (1610 m) abbiamo percorso un bel giro ad anello, imbattendoci in malghe isolate, reperti della Grande Guerra e frequentati rifugi. Un esempio di come, anche d’inverno, la montagna percorsa a passo d’uomo riservi sorprese e storie da raccontare. Una ricchezza che forse, chi si occupa dello sviluppo turistico del territorio, dovrebbe tenere in maggiore considerazione. Al passo, sopra un grosso masso al lato della strada, una scritta molto sbiadita segnala la presenza del sentiero E5 (sentiero europeo che si congiunge molto più a nord con il sentiero TF-124 (trekking dei Forti)) soltanto a chi, con molta attenzione, ricerca la direzione giusta da seguire per risalire Bocca di Val Orsara. Alla forcella (1617 m) si prende a sinistra (cartello) per malga di Val Orsara, adagiata in una vasta e soleggiata radura, seguendo poi la traccia di una strada forestale, sepolta nella neve, che dovrebbe portarci verso malga Ortesino. Si perde quota fino ad incrociare la strada provinciale asfaltata che proviene dalla Val Fiorentini (quota 1300 m circa) per risalire, oltre il ponte sul torrente Astico e sempre su strada forestale, il versante opposto, con non poche difficoltà orientative e carenza di segnaletica adeguata. Ci concediamo una breve pausa nei pressi di malga Ortesino (1426 m), ai bordi di una pista di discesa che decidiamo di risalire direttamente per raggiungere il forte di Sommo Alto anzichè intraprendere un giro più largo che, con minor fatica e più tempo, ci porterebbe verso il rifugio Stella d’Italia, adagiato nei pressi del forte stesso. La sosta al forte austroungarico (raggiunto in circa 3 ore dalla partenza), per una breve visita ai ruderi, per consumare il pranzo al sacco ma soprattutto per godere del tiepido sole e di una giornata veramente stupenda, si prolunga per oltre un’ora prima di riprendere il cammino verso la vicina quota 1648 oltre la quale, con qualche saliscendi, si ritorna a Passo Coe in poco più di un’ora.
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Mappa della cima:
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