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A Cibiana non si arriva per caso.
I suoi due borghi, Pianezze e Masariè sono rimasti in disparte dal gran movimento turistico che ha animato il Cadore ma lo sfruttamento del legname ad opera della Repubblica Serenissima e le miniere di ferro di Vallinferna rappresentarono un polo di attrazione ed aggregazione economico e sociale ben rilevante nel passato. Poi, molti se ne andarono favorendo il fenomeno dell’emigrazione che accomuna tutte le terre povere fino a che, con una inconsapevole operazione psicanalitica, il paese ha cominciato a dipingere la propria storia, aprendo agli altri la propria anima. (www.dormiedisna.it)
Sovrastano l’abitato di Cibiana il Monte Rite ed il Sassolungo di Cibiana, separati dall’omonina forcella. Si può risalire il primo in maniera abbastanza semplice, per itinerari diversi e tutti facilmente percorribili per assicurarsi un panorama grandioso dalla sua vasta cima. Di gran lunga assai meno frequentato il secondo per le difficoltà oggettive che rendono l’approccio poco agevole. Stupendo cono roccioso che ricorda un dente di squalo nella suo versante settentrionale, giustifica la sua denominazione originaria, sassolungo, nel versante ovest dove inizia la via normale alla vetta. Dal parcheggio di Forcella Cibiana ( 1530 m), nei pressi di una cappelletta votiva, si segue dapprima una stradina bianca e successivamente il sentiero 483 che risale il bosco ed ancora, in costante salita, tutto il ghiaione sul versante nord degli Sfornioi fino alla Forcella Bella (2112 m) . Da qui si scende nel versante sud per un centinaio di metri fino ad imboccare a sinistra una traccia (piccolo larice ed ometto) che porta alla Forcella Ovest, dove inizia la via normale vera e propria, facilmente individuabile dai segni rossi.
Si salgono facili saltini di roccia fino a raggiungere una cengia che si segue verso sinistra portandosi così sullo spigolo nord-ovest per lasciarlo nuovamente e riprendere la salita verso destra nel canale principale con camino che rappresenta la parte più impegnativa della via.
Ancora per ghiaie, canaletti e gradoni si guadagna la fine del canale principale per raggiungere le ghiaie sommitali che in breve portano alla croce di vetta. (Circa 4 ore dal parcheggio) Per il ritorno i tempi si mantengono praticamente immutati almeno fino alla forcella Ovest, per la necessaria attenzione nell’attraversamento delle cenge ghiaiose e per ricerca dei segni rossi, non facilmente visibili dall’alto. Il rientro al parcheggio richiede circa tre ore.
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Mappa della cima:
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