1. La vita e` bella - Piovani
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Raggiunto il termine della strada asfaltata che risale la val Daone (parcheggio a quota 1790 metri circa presso la grande diga del lago di Malga Bissina), si sale brevemente sulla sinistra verso un parcheggio superiore, per mezzo di una stradina lastricata. Al termine opposto del parcheggio, su segnavia 242 per il passo di Campo, si scende per qualche decina di metri per poi proseguire su un lungo traverso fino al lago di Campo (1944 m). Con una successiva breve discesa si arriva nei pressi dei ruderi della malga di Campo, posta sulla destra del lago ed in posizione leggermente elevata rispetto ad esso.
Costeggiato il lago, si risalgono balze erbose fino a raggiungere il passo di Campo (2288 m) dove sono presenti numerosi resti di arroccamenti militari e gallerie scavate dai soldati durante la Grande Guerra. Al passo termina il sentiero 242 e si prospetta l’ampia visione della val Ghilarda, con il grande lago d’Arno, artificiale, e la maestosa conca naturale del Saviore, racchiusa tra la Sega d’Arno ad est e la cresta rocciosa che dalla cima scende verso ovest al passo Dernal (2577 m), ancora abbondantemente innevata. Occorre piegare a sinistra, in direzione sud, sul sentiero 1 (alta via dell’Adamello) procedendo sul fianco destro della Sega d’Arno, lunga cresta rocciosa e frastagliata che fa da spartiacque con la val Daone e termina alla cima del Re di Castello. Un brevissimo e facile tratto attrezzato con catena, dove si scende leggermente, segna il confine tra il sentiero vero e proprio ed una traccia abbastanza evidente sulla neve. “Da questo punto in poi la salita richiede molta attenzione, per la presenza di sfasciumi morenici e grandi massi granitici sepolti sotto uno strato abbastanza spesso di neve molle, e non poca fatica per il dislivello da superare. Non di rado il piede sprofonda in cavità nascoste rendendo più lento ed impegnativo il procedere. Difficoltoso è soprattutto il ripido tratto finale del nevaio, da cui è possibile individuare, tra le punte della interminabile cresta, la vetta dal Re di Castello con evidente croce, e l’ultimo salto di roccette, con passaggi molto esposti, che porta alla cima”. ( Ore 4.30 dal parcheggio) (Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbin)
Panorama verso nord-est. Foto panoramica di Alberto Zerbini, compagno d’escursione. Come a volte accade a chi frequenta la montagna, l’arrivo in vetta è quasi simultaneo con il peggioramento delle condizioni atmosferiche. E di conseguenza il superbo panorama di cime conosciute e non che dovrebbe presentarsi all’escursionista viene parzialmente sminuito, tra veloci passaggi di formazioni nuvolose e brevi squarci di cielo sereno “… quelle conosciute appena, non c’era tempo e valeva la pena di perderci un secolo in più, … quelle, quasi da immaginare, tanto di fretta le hai viste passare…” (Le passanti di F. De Andrè) Il ritorno segue esattamente le tracce sulla neve lasciate all’andata, ponendo nuova attenzione a dove si mettono i piedi, quasi mai nelle medesime impronte lasciate in salita, almeno fino al tratto attrezzato. In seguito, dal passo di Campo in poi, la discesa diviene più sicura e veloce. (Ore 3 dalla cima)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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