1. Concerto per oboe e archi V mov - Corelli
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Da Pergine Valsugana si risale la valle dei Mocheni fino a Palù del Fersina per proseguire quindi verso Frotten, dove c’è un ampio parcheggio a pagamento (1500 m circa).
Il percorso invernale segue fedelmente il sentiero estivo (SAT 325 – E5) fino alla selletta poco sopra il rifugio sovrastante il lago Erdemolo. La traccia lasciata da escursionisti transitati prima di noi sul recente manto nevoso abbastanza compatto, subito oltre il parcheggio, lascia sperare che la salita non sarà eccessivamente faticosa, almeno fino al lago! Calzate le ciaspole fin dalla partenza, proseguiamo in direzione sud-est (destra) nel bosco fino ad incrociare il bivio di accesso al Museo miniera “Gruab va Hardimbl” (1660 m circa). Rimandando la visita della miniera al ritorno, teniamo la destra, scendendo leggermente nel bosco, fino ad oltrepassare un ponticello sul torrente Fersina, che ci porta nei pressi del maso Lenzi, a quota 1675 m. Oltre la grande radura con il maso ed il limite della vegetazione sulla nostra destra, la salita si fa più ripida in un bosco di larici piuttosto rado che ci accompagna, con un pò di fatica in più, ad una piccola sella sopra il lago Erdemolo (2030 metri circa).
(Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini)
Panorama dal valico verso nord-est con la catena Dosso di Costalta-Rujoch-Baitol-monte Croce.
Al valico si offre ai nostri occhi la stupenda vista della conca che ospita il lago ghiacciato, posto poco più in basso, e la bianca cornice di cime che lo contornano, da Cima Cave a sinistra per passare al monte del Lago, alla forcella del Lago ed al Pizzo Alto, nostro obiettivo programmato. Le relazioni consultate suggeriscono di risalire, in direzione sud-ovest, il versante aperto, ossia privo di vegetazione, che permette l’accesso alla lunga dorsale che porta verso la cima e funge da spartiacque tra la conca Erdemolo e la val Cava. Dalla sella appena raggiunta è ben visibile soltanto l’anticima ma le tracce seguite fino a quel punto si fermano, svaniscono. Neppure procedono verso il rifugio poco distante. L’obiettivo programmato di salire al Pizzo Alto sembra subire un contraccolpo, data la mancanza di tracce nello spesso manto nevoso a quella quota (circa 150 cm.) ed a numerose, piccole slavine che hanno già cominciato ad interessare i pendii che scendono nel lago. Anche alcuni sci-alpinisti, giunti in sella dopo di noi, sembrano rinunciare alla vetta, ritenendo la salita troppo pericolosa. Consideriamo, quasi certi della rinuncia alla cima, di ritornare sui nostri passi per affrontare, poco più in basso ed alla nostra sinistra, un pendio meno ripido, con radi larici e privo di slavine. Raggiungiamo quindi lo spartiacque un pò più a nord del previsto e ad una quota lievemente inferiore che ci permetterà tuttavia di risalirlo, con una certa tranquillità fino alla quota 2119 m (rilevazione GPS) dove ha inizio il lungo traverso sotto l’anticima, ritenuto, a ragione, il punto più pericoloso di tutta l’ascensione. (ore 3 dal parcheggio) Quota 2119 metri sarà la nostra metà di questa giornata e da questo punto riprendiamo la discesa ricalcando le medesime tracce della salita fino alla radura del maso Lenzi ed al ponticello sul Fersina, oltre il quale faremo una breve visita alla miniera “Gruab va Hardimbl”, chiusa. Da qui nuovamente al parcheggio di Frotten in circa ore 2 da quota 2119 m.
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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