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Inizio estate 1990 – difficoltà=EE (Escursionisti Esperti)
E’ la cima maggiore del gruppo del Sella e pur superando di gran lunga i 3000 metri, non è tuttavia difficile da raggiungere, anche per la vicinanza della funivia del Sass Pordoi. La costruzione della funivia ha tolto un po’ di fascino alla salita a questo rifugio ed alla cima omonima , raggiungibile in poco meno di un’ora dal rifugio Boè. Il nostro itinerario comunque non si è servito di questo mezzo ma ha preso il via dal passo Gardena, risalendo la Val Setùs fino al rifugio Franco Cavazza al Pissadù (2.587 m) e poi la Val de Tita all’Antersass fino al rifugio Boè (2.871 m), in circa 4 ore, dove abbiamo trascorso la notte. Quest’ultimo rifugio è posto al centro orografico del Gruppo del Sella, in un ampio e arido pianoro dall’aspetto lunare e sulla ampissima sella detritica da cui originano, lungo lo stesso asse, la Val Lastìes (versante Fassa) e la Val de Mesdì (versante Badia), percorsa il giorno successivo in una lunghissima discesa fino al passo Gardena, dopo aver asceso la cima, in un’ora circa, di primo mattino ed in presenza di un lieve strato di neve fresca. Percorso disegnato su mappa Google Earth; in rosso salita al rifugio Boè ed alla cima, in verde ritorno secondo giorno. Fine estate 1990 – difficoltà=E (Escursionisti) Sono tornato sul Piz Boè, a distanza di poco meno di due mesi e con moglie e figlio al seguito, durante una settimana di vacanza in località Vigo di Fassa. La curiosità , più mia che del mio nucleo familiare, di rivedere luoghi frequentati durante la mia infanzia insieme con quella di suscitare interesse in mio figlio per la montagna, ci ha portati in pochi giorni a salire anche il Sasso Undici nel Gruppo Vallaccia-Monzoni. La salita al Piz Boè ha preso il via dal Passo Pordoi utilizzando la funivia che porta al Sass Pordoi, a quota 2.952 metri. In pochi minuti si scende alla forcella Pordoi ed al rifugio omonimo e poi, attraverso un arido altipiano sferzato dal vento, si prende a salire dolcemente verso il Piz, sempre ben visibile. Soltanto nel suo tratto conclusivo la salita diviene più ripida e faticosa, per arrivare infine alla Capanna Fassa, posta sulla cima accanto ad un’antenna-ripetitore, assai discutibile come collocazione. Percorso disegnato su mappa Google Earth; in rosso escursione alla cima e ritorno. |
Mappa della cima:
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