1. Montagues and Capulets (Dance of the Knights) (Romeo and Juliet)
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Giro ad anello (sentiero Kaiserjaeger + galleria di mina italiana) sul Piccolo Lagazuoi, interessante per le testimonianze storiche sulla Grande Guerra e per la stupenda giornata autunnale che ci ha consentito di spaziare lo sguardo tutt’intorno per decine di chilometri.
Tralasciando l’ipotesi di una facile salita alla cima mediante la funivia, oppure attraverso i sentieri 402-401 che risalgono il versante est del monte ai bordi della pista di discesa invernale, abbiamo optato per il sentiero di salita “Kaiserjaeger” che si stacca dal Passo Val Parola sul versante ovest del Piccolo Lagazuoi e la discesa attraverso la “Galleria di mina italiana“. Una variante al sentiero di salita permette di iniziare il percorso direttamente al Passo Falzarego (2105 m) ed incrociare il suddetto sentiero poco sopra le postazioni Vonbank in prossimità del ripido canale franoso (attrezzato) che precede il ponte sospeso a funi metalliche, lungo una quindicina di metri, ricostruito nel medesimo luogo di quello originale austriaco. Per la discesa si è scelto di percorrere la Galleria di mina italiana che sfocia sulla Cengia Martini (a quota 2350 m circa sulla verticale parete sud del Piccolo Lagazuoi) ed in prossimità del sentiero 402 che, sotto Punta Berrino, conduce nuovamente al passo Falzarego. Superato, grazie al ponte sospeso, una profonda spaccatura si sale tagliando diagonalmente verso nord-ovest la montagna giungendo infine alla cima del Piccolo Lagazuoi. Il panorama, di rara bellezza, spazia dalla Marmolada, al gruppo del Sella e le Odle più lontane, dalle vicine Cunturines, cime di Fanis e Tofane al Sorapis, Antelao e Pelmo, Civetta e Pale di San Martino. (ore 2,30 dal Falzarego) Lasciata la cima, in pochi minuti si raggiunge il rifugio Lagazuoi (2752 m) e quindi la stazione a monte della funivia omonima. L’imbocco della galleria di mina, che è stata completamente recuperata e consente di visitare uno dei teatri più drammatici della Prima Guerra Mondiale, si trova sull’anticima del Piccolo Lagazuoi e si raggiunge in poco meno di mezz’ora tramite un sentiero che parte dalla stazione a monte della funivia. Prima di raggiungere l’ingresso della galleria di mina si attraversa un interessante sistema di trincee che costituiva un posto di osservazione dell’esercito austriaco.
“Al termine di questa grandiosa opera era stato creato un collegamento interno tra tutti i rami della galleria e la cengia sottostante, la Cengia Martini, insieme con un sistema di feritoie di sparo orientate in tutte le direzioni. Percorrendo la cengia verso destra fin quasi sotto la funivia si possono visitare i resti dei ricoveri, delle baracche, dei camminamenti. La cengia rappresentava una validissima postazione in quota per minacciare le sottostanti postazioni nemiche della Vonbank; inoltre sul sentiero si aprivano rientranze naturali nella roccia che, allargate e rese più confortevoli, offrirono ripari dal fuoco nemico, alloggiamenti per gli uomini e depositi per i materiali.” (www.dolomiti.org)
Percorrere questo itinerario è stato come entrare in un museo di storia a cielo aperto e non ho potuto non riflettere sull’assurdità del conflitto che si svolse su queste cime. I miei pensieri sono andati naturalmente al sacrificio dei valorosi soldati, ad alcuni versi dell’Inferno dantesco ed alla drammaticità che esprimono: “Per me si va ne la città dolente, Le gallerie sono state ottimamente sistemate e le corde metalliche fungono da eccellente corrimano. L’imbragatura è superflua, data l’assenza di esposizione; indispensabili sono invece il caschetto e la torcia elettrica. Più impegnativo è il percorso in cengia, protetto con cavo nei punti più esposti. Abbandonata la Cengia Martini, la cui visita può protrarsi per circa un’ora, tra andata e ritorno, si seguono le indicazioni per il sentiero 402 che in discesa accompagna al passo Falzarego. (3 ore dalla cima, compresa la visita alla cengia Martini)
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Mappa della cima:
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