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Mezzo secolo prima, impressionato dal panorama che si offriva da quella cima, sir Richard Coalt Hoare scriveva: “… l’orizzonte che scorsi fu il più ampio che mi fosse dato da vedere… Su queste alture la mente spazia sul mondo che si dilata in basso, colpisce la forza ispiratrice dei luoghi elevati: i pensieri ascendono a ragioni superbe e per qualche tempo dimentichiamo di essere mortali”.
Ben altra sorte ebbero invece alcuni alpinisti del CAI di Firenze che nel giugno 1883 si erano svegliati nel cuore della notte per ascendere al Falterona: “Noi non vedemmo che nebbia, non sentimmo che il vento impetuosissimo e ghiacciato”. (www.casentino.it) La medesima sorte, riservata agli escursionisti fiorentini oltre un secolo prima, è toccata a noi, e a chissà quanti altri ancora, nonostante i vantaggi e le comodità del mondo globalizzato, nonostante le previsioni meteo, nonostante la possibilità che una giornata di aria assolutamente limpida possa essere più frequente in autunno che in estate. Oggi si arriva lassù comodamente, forse troppo, dal passo della Calla in Campigna (provincia di Forlì-Cesena) o dalla fonte del Borbotto (Castagno d’Andrea, provincia di Firenze). Poco frequentata da escursionisti, l’area mugellana del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, monte Falterona e Campigna offre un bellissimo e facile itinerario, molto ben segnalato, nei boschi a prevalente faggio del Falterona. Si parte dal parcheggio presso la fonte del Borbotto (1205 m), raggiungibile in auto mediante una buona sterrata e si procede su sentiero n. 17 in direzione del varco delle Crocicchie (1406 m). Al varco si incrocia il sentiero CAI 00 ma si continua in discesa sul 17 e successivamente su sterrata fino al Capo d’Arno (1372 m). Sulla roccia da cui sgorga la freschissima acqua si possono leggere i versi che Dante dedicò al “fiumicel che nasce in Falterona…” Per sentiero abbastanza ripido ma facile, in poco meno di un’ora, è possibile raggiungere la cima erbosa del Falterona, in territorio toscano, con grande croce in legno (poco più di due ore dal parcheggio del Borbotto). La vetta del vicino monte Falco, sullo spartiacque appenninico, si raggiunge nella mezz’ora successiva percorrendo dapprima un breve ma molto ripido tratto boscato in discesa fino al crinale in falsopiano e poi in dolce salita fino alla vetta erbosa con balcone panoramico. Si ritorna al parcheggio del Borbotto transitando in discesa per il valico di Piancancelli (1490 m) e poi su evidente sterrata che attraversa una magnifica faggeta. (Ore 4,30 in totale)
Percorso disegnato su mappa Google Earth: rosso in salita, verde in discesa, in viola percorso misto. |
Mappa della cima:
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