1. Ora si ferma il vento - Crodaioli
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Il dislivello modesto, poco più di 400 metri, rende la salita al monte Ziolera un obiettivo alla portata di qualunque escursionista un poco allenato. Oltre la salita alle due cime, seguendo le indicazioni di “girovagandointrentino” abbiamo compiuto un più impegnativo, ma entusiasmante e scenografico, giro ad anello in senso antiorario. Secondo la nostra opinione, l’orientamento è abbastanza semplice ed i sentieri generalmente ben segnati, almeno fino alla forcella Pala del Becco. Al passo Manghen (2047 m) si parcheggia nei pressi del rifugio omonimo e si imbocca il sentiero 322 che, con un traversone in costa (fioritura eccezionale di rododendri ) ed alcuni tornanti più ripidi, raggiunge forcella del Frate (2228 m). Dalla forcella si raggiunge cima Valsolero (50 minuti dalla partenza) in pochi minuti. Si ritorna alla forcella e si abbandona poco dopo il sentiero 322 che transita sul versante sud del monte per risalire facilmente il fianco sud-est fino in vetta (ore 1.45 dal passo). Il panorama verso nord è grandioso e lo sarebbe anche verso sud se questo versante non fosse avvolto da una fitta nebbia lattiginosa, bloccata dal crinale, che tale resterà per tutta la giornata. In discesa sul versante opposto (nord-est) si deve affrontare il tratto più impegnativo di tutta l’escursione, calando sul ripido fianco per tracce e sfasciumi. Il fondo è sdrucciolevole e franoso e bisogna prestare un po’ di attenzione. In breve si arriva su uno slargo pianeggiante con alcune opere militari risalenti alla Grande Guerra e si prosegue quindi calando leggermente di quota fino a forcella Ziolera (2253 m), ore 2,50 dal passo Manghen. In forcella incontriamo l’ultimo cartello segnavia con indicazioni chiare: mezz’ora per la forcella Pala del Becco ed ore 1,10 per la forcella Montalon. Si continua quindi sempre sul versante sud del gruppo montuoso Montalon e, sempre in condizioni di scarsa visibilità, si perviene alla forcella Pala del Becco (2245 m), ore 3,20 complessive. Alla forcella si presenta la scelta se continuare l’escursione programmata fino alla forcella e lago Montalon oppure passare sul versante nord e ritornare al Manghen attraverso il piano delle Fave ed il lago delle Buse. Optiamo per la prima soluzione imboccando un sentiero evidente ma non segnato che procede sul versante sud del gruppo montuoso, come dovrebbe risultare dalla nostra cartina, ossia sul 322B. Ben presto ci rendiamo conto dell’errore; il sentiero 322B dovrebbe scendere verso quota 2100 circa mentre il nostro procede, ancora ben evidente e senza segni, in leggera salita verso il gruppo Pala del Becco. Decidiamo di continuare comunque: l’ambiente è aspro e severo, il sentiero corre quasi in cresta transitando da un versante all’altro del gruppo montuoso mentre il cielo si fa più cupo e nebbioso. All’improvviso il sentiero si trasforma in cengia rocciosa, transitando tra pareti stranamente squadrate, quasi fossero effetto di azione demolitrice dell’uomo, dal colore che va dal rosso cupo al grigio scuro, diventando presto ritrovo e riparo della fauna locale. A quota 2370 (segnalata dall’altimetro satellitare), con visibilità talmente ridotta da sconsigliare il procedere ulteriormente, ritorniamo sui nostri passi fino alla forcella Pala del Becco con la speranza, vana, di individuare il mancato sentiero 322B. (ore 4,30 dal passo Manghen) Con un ultimo strappo si scavalca la dorsale del Montolon approdando sul versante nord, si guadagna rapidamente una forcelletta secondaria e si cala a sinistra nella sottostante piana delle Fave (2160 m) con cartello segnavia nei pressi di una piccola conca lacustre. Su sentiero 322A, con un magnifico traversone in quota lungo la piana delle Fave, si raggiunge l’incantevole piana con il lago delle Buse (2060 m), in pieno sole, cielo terso e stupenda fioritura di rododendri. Nel lago si possono osservare molti esemplari di tritone alpino, un anfibio dal caratteristico ventre color arancio. Dal lago delle Buse si rientra quindi al passo Manghen in poco più di mezz’ora, passando accanto a “L’Eterno“, un tronco di cirmolo, dichiarato monumento vegetale, ormai morto ma antico di oltre 1000 anni. (ore 7,30 complessive, soste comprese!)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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