1. Ave Maria - Crodaioli
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2008
Parcheggiamo l’auto a bordo strada nei pressi di Casara di Campovecchio (Mezzaselva di Roana), a quota 1593 m, dove ha inizio il sentiero 820. L’innevamento è buono, la temperatura appena sotto lo zero ed è una stupenda giornata di sole. Calziamo le ciaspole per la gran voglia di usarle ma il manto nevoso sul sentiero è battuto al punto che potrebbe sembrare superfluo usarle. Oltre la localita’ Croce del Civello (1697 m) raggiungiamo un incrocio dove il segnavia 820 indica la destra per Casara Verena, Malga dei Quarti e cima. Manteniamo invece il facile sentiero di sinistra che segue vecchi camminamenti militari lungo il costone della montagna ed oltrepassato un vecchio edificio militare che conserva quasi intatta la facciata si ritrova il sentiero 820 in corrispondenza di un tornante dove la vista si apre stupendamente verso le cime settentrionali dell’Altipiano, la Cima Portule con il suo lungo profilo che scende verso sud, Cima Larici e Manderiolo che racchiudono la piana di Vezzena. Oramai siamo in vetta, occupata dai resti del forte italiano Verena, dal rifugio omonimo e dalla stazione a monte degli impianti sciistici. Dalla cupola nevosa che copre in parte i resti del forte, il panorama e’ bellissimo (ore 2,30 circa). “Il Forte Verena faceva parte della difesa militare Agno-Assa, III settore – Asiago. Sparò il primo colpo all’alba del 24 maggio 1915 e le sue batterie si accanirono contro i forti austriaci Verle e Pizzo di Vezzena. Il 12 giugno, gli austro-ungarici, una volta aggiustato il tiro, colpirono il forte, con il mortaio Skoda da 305 di Costa Alta, ed una granata penetrò all’interno uccidendo il Capitano Umberto Trucchetti e circa 40 artiglieri. Nei giorni successivi, la guarnigione rimasta fu riorganizzata e sfruttò la non compromessa efficienza dell’artiglieria, nel tentativo di individuare e colpire il mortaio colpevole. Il 22 maggio 1916, durante la Strafexpedition, il forte fu occupato dagli austro-ungarici e tale restò fino alla conclusione del conflitto”. Alcune lapidi ricordano il sacrificio della guarnigione italiana. Per il ritorno ci affidiamo al sentiero 820 vero e proprio, imboccato alla confluenza con il camminamento militare, poco sotto la cima, a quota 1932 m. A giudicare dalla carta topografica e’ più lungo del sentiero d’andata, è meno battuto di quello (ora le ciaspole tornano essenziali) ma è povero di segnaletica verticale (un solo paletto segnaletico nei pressi delle ex batterie militari di Rossapoan). La nostra capacità di orientamento viene sottoposta ad una attenta prova (nessuno dei presenti ha precedentemente frequentato quei luoghi!). Giunti in una vasta e straordinaria piana priva di vegetazione, caratterizzata dalla presenza di una discreta depressione, probabilmente artificiale, e di un piccolo e grazioso bivacco, seguiamo una traccia recente nel manto nevoso che ci accompagna nei pressi di Casara Verena (1695 m) e ci fa risparmiare parte della depressione naturale in cui si trova Malga dei Quarti. Alla Casara Verena riprendiamo nuovamente il sentiero battuto 820 che ci riporta, prima in leggera salita fino all’incrocio con il camminamento militare (1739 m) e poi in discesa a Croce del Civello ed a Casara Campovecchio, all’auto (ore 2,30 circa).
Percorso disegnato su mappa Google Earth: rosso in salita, verde al ritorno.
2014 Prima escursione con le ciaspole organizzata, all’interno della sezione ferrarese del CAI, dal neo costituito Gruppo Seniores. Ripetizione personale di una precedente ciaspolata compiuta con alcuni amici nell’inverno 2008.
Da cima Verena, foto panoramica verso nord-est; da sinistra Cima Manderiolo, Larici e Portule; sullo sfondo catena dei Lagorai. Data l’eccezionale quantità di neve caduta sull’Altopiano dei Sette Comuni ed essendo pervenuti in loco con pullman, seppure di dimensioni ridotte, siamo costretti al parcheggio nella grande area di sosta Verenetta (luogo di partenza degli impianti di risalita, a quota 1654 m) e riguadagnare, a ritroso, la carrareccia militare sepolta, ritengo, sotto due metri di neve. Superata località Croce del Civello (1697 m), sempre su traccia ben battuta nel bosco, si perviene ad un primo incrocio (1739 m) dove l’evidente percorso tiene la sinistra sulla carrareccia militare che porta in cima. A destra invece un’esile traccia (sentiero 820, mancanza assoluta di indicazioni, probabilmente sepolte sotto la neve) accompagna verso Casara Verena, Malga Quarti, Busa Muschiara e Batterie Rossapoan con un giro più lungo che porta comunque in vetta. Si prosegue sulla carrareccia militare lungo il costone della montagna ed oltrepassato un vecchio edificio militare la traccia si fa meno evidente e la salita un pò più impegnativa, ritrovando il sentiero 820 in corrispondenza di un tornante dove la vista si apre stupendamente verso le cime settentrionali dell’Altipiano e Cima Portule, con il suo lungo profilo che scende verso sud. “Ancora qualche faticoso tornante e siamo in vetta, occupata dai resti del forte italiano Verena, dal frequentatissimo e chiassoso rifugio omonimo, dalla stazione a monte degli impianti sciistici e da una marea di sciatori vocianti che transitano incuranti delle rovine e della triste pagina di storia recente legata al monte. Situazione, ahinoi, anomala per chi va con ciaspole per monti anche se, ad onor del vero, ad essere fuori posto eravamo probabilmente proprio noi! Dalla vicina e stranamente deserta cupola nevosa, che copre quasi completamente i resti del forte, il panorama e’ bellissimo.” (ore 3,30 circa) Nonostante il dislivello modesto, la maggior parte dei componenti il nostro gruppo decide di scendere utilizzando gli impianti dei risalita; restiamo solo in tre a compiere la discesa direttamente a fianco delle piste che, in un’ora circa, ci riaccompagnano al parcheggio. L’avventura si conclude con merenda a base di salame casalingo, vino e crostata offerti da due volonterosi soci seniores. Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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