1. Valsugana - Sat
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Da Borgo Valsugana si raggiunge Telve e quindi si imbocca la Val Calamento in direzione del Passo Manghen. A quota 900 metri circa, si prende il bivio (sulla sinistra per chi sale) per Musiera/albergo ristorante Ruscoletta. La strada è asfaltata e risale con parecchi tornanti fino a Musiera di sopra, una radura pianeggiante dove spicca una bella casa isolata.
Da Castel Cucco, foto panoramica verso nord-ovest Parcheggiata l’auto (quota 1478 metri), procedere (cartello indicatore) in lieve discesa fino allo chalet “Al Laghetto” (1458 m) e seguire, oltre questo, il sentiero 381 che risale il costone sud orientale del Salubio con vari tornanti, quasi sempre immersi nel bosco (attenzione ai tradizionali segni bianco-rossi sugl’alberi!). Si sale ancora moderatamente fino a scollinare presso cima Valboagna (1808 m). Qui il paesaggio cambia e finalmente il colpo d’occhio si apre sul versante opposto verso nord-ovest, sul monte Ziolera, il Ciste, il Cola e Panarotta più lontana. Si piega verso nord per incontrare poco dopo un cartello con duplice indicazione (cima Salubio-forcella Lavoschio) dove il percorso per la cima si fa abbastanza ripido. C’è molta neve e nel tentativo di risalire la ripida china che porta al Salubio sprofondiamo nella neve fresca ed integra fin oltre il ginocchio, nonostante le ciaspole calzate. Secondo la relazione di gita, la vetta è pianeggiante e in parte boscosa. A quota 1847 (una quarantina di metri dalla vetta) rinunciamo per l’eccessiva fatica volgendo la prua delle ciaspole verso forcella Lavoschio decidendo invece di tentare la salita alla cima Castel Cucco, poco lontana. Le due elevazioni sono separate da una piccola conca ed una breve cresta, ottimamente innevate. La piccola cima, con croce in ferro, offre un bel panorama sulla catena dei Lagorai, da Cima d’Asta fino a Panarotta, e sulla sottostante Valsugana; viene raggiunta dopo circa tre ore dalla partenza.
Sul versante nord-est di Castel Cucco, tra i rami spogli dei radi larici prossimi alla cima, si muove indaffarato uno stormo di crocieri, uccelli canori della famiglia dei Fringillidi.
Per il ritorno ci portiamo nuovamente alla piccola conca tra le due cime con l’intenzione di ritrovare il sentiero 381 in direzione di forcella Lavoschio (1750 m) e malga omonima (ruderi, 1660 m). I tradizionali segni bianco-rossi sono presto individuati ma altrettanto velocemente si perdono nel fitto bosco ben innevato sul versante nord-est di Castel Cucco. Dopo breve ricerca ci si imbatte in un lungo e diritto canalone (probabilmente il solco di un ruscello) che secondo la mappa dovrebbe sfociare sulla sottostante strada forestale che collega malga Lavoschio a Musiera. Disceso con cautela, velocemente perdiamo quota fino alla forestale che seguiamo poi in direzione di Musiera, verso l’auto parcheggiata. (Ore 1,45 da cima Castel Cucco). Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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