1. Primavera II mov - Vivaldi
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Il breve percorso ad anello, poco meno di 4 ore complessive percorse in tutta tranquillità, è adatto ad escursionisti alle prime armi purchè in possesso di un minimo di adattamento alle situazioni contingenti (presenza di neve primaverile e di numerosi alberi abbattuti sul tracciato) od escursionisti esperti convalescenti (come nel mio caso!)
Il valico di Valbona (1782 m) incide in maniera evidente la martoriata catena tra i monti Toraro (1897 m) e Campomolon (1848 m) e mette in comunicazione, separandole, la provincia vicentina da quella trentina. Non si tratta soltanto di separazione amministrativa; la natura ha lavorato sodo differenziando morfologicamente i due versanti. A quello vicentino, aspro ed irto, ha contrapposto, in quello trentino, conche prative ed ombrose macchie boschive. Ma la natura benevola non ha preservato quest’ultimo settore da una devastante calamità naturale. Lo scorso autunno, una furia violenta ha colpito la zona lasciando sui pendii montani un’accozzaglia disordinata di alberi abbattuti, scheletri vegetali con le radici rivolte al cielo. Lasciata l’auto nel grande parcheggio (1595 m circa) ai piedi del rifugio Camini, 300 metri lineari circa sotto il passo Coe (versante Folgaria), si seguono le segnaletiche direzionali del Sentiero della Pace che conducono verso la località Cargadore. Seguendo la lunga carrareccia militare si incontrano le prime lingue di neve e diversi abeti abbattuti dalla furia atmosferica dello scorso autunno. Si guadagna gradualmente quota (a tratti la strada si fa sentiero) fino a portarsi in prossimità della cima, in ambiente completamente aperto. Prima di arrivare alla vetta si attraversa una selletta che porta sul versante orientale della catena longitudinale e, da qui, per strada militare E5, sotto un discreto strato di neve molle, si prosegue fino a raggiungere la grande croce che domina la vetta. (Ore 2 dalla partenza) Il panorama è veramente ampio. Panorama dalla cima verso ovest-nord-est. Tutto intorno alla croce affiorano i resti di fortificazioni e trincee italiane che nel maggio 1916 difesero invano la linea di confine. Si percorre a ritroso il lungo tratto superiore, ancora innevato, della strada militare che sale dalle malghe Zonta e Melegna fino ad un primo stretto tornante. In corrispondenza della segnaletica tralasciamo la discesa verso le citate malghe seguendo invece le indicazioni per il passo Coe. Il sentiero, appena accennato, attraversa una folta abetaia dove i caratteristici segni bianco-rossi difettano un poco e scompaiano addirittura allorchè ci si imbatte in una ruina di alberi abbattuti. Si perde un pò di tempo nella ricerca dei segnali scomparsi e non trovandoli più si affronta liberamente la discesa verso nord in direzione del passo Coe. In prossimità del passo, si devia verso ovest fino al parcheggio. (Ore 1,45 dalla cima)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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