1. Ora si ferma il vento - Crodaioli
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Con tutte le cime che si sono salite, poteva mancare nel carnet di un appassionato di montagna, di chiara estrazione padana e nella fattispecie ferrarese, una cima che richiama il luogo di appartenenza territoriale? Ora non più. Grazie alla disponibilità di un paio di amici con cui si è condiviso fatica e piacere della salita ed al suggerimento di Lilly Nyaguthii, valente escursionista con impegno nel sociale.
(Traccia in rosso all’andata e ritorno, in verde variante al ritorno, in azzurro tratto tra le due forcelle in andata) Da Cimolais ci si addentra nella Val Cimoliana, una delle valli comprese nei confini del Parco delle Dolomiti Friulane. La carrareccia è asfaltata solo parzialmente. Per iniziare l’escursione è necessario percorrere la strada interamente e raggiungere il fondo valle in località Pian Meluzzo (1163 m) dove si può parcheggiare in uno dei numerosi spazi presenti. Dal parcheggio le segnalazioni CAI n. 370 ci indicano di imboccare sulla destra il sentiero che si inoltra nel bosco. In breve la pista compie un’ansa uscendo dalla vegetazione per affacciarsi sulla grande fiumana ghiaiosa che scende dalla val Sciol de Mont. Alle nostre spalle il vallone sembra incorniciare il marcato solco della val Montanaia che si innalza sul versante opposto fino al catino che ospita il famoso Campanile, ora nascosto alla vista. Seguendo gli ometti ci si tiene inizialmente sulla sinistra (destra orografica) per salire poi lungo il costone centrale, più consolidato, dove si ritrovano i classici segni bianco-rossi. Più in alto si traversa il greto principale e dove il pendio di destra si fa praticabile il sentiero vi si accosta abbandonando definitivamente il canalone detritico. Si riprende a salire con maggiore pendenza in un bel bosco di conifere. Una prima biforcazione segnalata con cartello consente di percorrere un piccolo anello. Imbocchiamo il ramo di sinistra riservando l’altra direzione (casera Roncada) per il rientro. La forcella deve il suo nome alla presenza di un piccolo prato acquitrinoso che arricchisce la straordinaria varietà di questi giardini calcarei. (sentierinatura.it) Panorama verso nord-ovest dalla cresta di salita a cima Ferrara: da sinistra gruppo Preti-Laste e Spalti di Toro. Un grosso ometto di pietra, sulla nostra sinistra, segnala il punto dove si stacca la traccia (poco evidente) per la vetta. Noi invece seguiremo la vasta radura a prato in direzione della curiosa e poco distante forcella Savalons (1976 m), stretto e ripido intaglio franoso che si distacca chiaramente dal verde ambiente circostante. In forcella, con grande croce in legno, la vista si apre sulla vallata sottostante in direzione del pianoro di casera Bregolina grande. Ritornati in forcella della Lama, in corrispondenza dell’ometto di pietra, si imbocca l’esile traccia che sale per rado bosco e va quasi subito ad innestarsi nel solco di un rio pietroso ed incassato. Il sentiero si tiene all’inizio sul fianco poi lungo il greto stesso, fino ad un boschetto di larici e mughi dove poi si prosegue a piccole svolte (qualche bollo rosso). La rada boscaglia si interrompe in corrispondenza della cresta nord-ovest del monte Ferrara, dove il sentiero prende a salire lungo la dorsale, su terreno detritico. Il mese di giugno vede su queste pendici ricche fioriture di camedrio, primula di Wulfen, rododendro nano e genziana di Clusius. (sentierinatura.it)
(Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini, compagno d’escursione)
Dopo aver aggirato uno sperone roccioso si supera un piccolo gradino di roccia con l’aiuto dei mughi guadagnando l’anticima, contrassegnata da un ometto e targhetta lignea (2222 m). Davanti a noi compare finalmente la cima principale alla quale l’anticima è collegata da una panoramica cresta. Si scende brevemente lungo il filo di cresta fino alla insellatura che separa le due cime, poi il sentiero rimonta qualche metro su ghiaie e traversa sulla destra per andare a risalire il pendio erboso sommitale. In ultimo si perviene alla panoramicissima vetta del monte Ferrara. La cuspide isolata del monte offre una straordinaria visuale su questo settore del Parco ed in particolare sulla dentellata sequenza di vette (gruppi Duranno-Cima dei Preti- Spalti di Toro) che chiude a nord-ovest la val Cimoliana. A sud-est i gruppi Turlon-Postegae-Pramaggiore interrompono la linea dell’orizzonte. (ore 3,20 dal parcheggio, senza la variante per forcella Savalons). Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario di salita fino al bivio superiore per casera Roncada che percorreremo ora in quella direzione. Casera Roncada (1781 m), piccolo edificio in legno completamente ristrutturato, è uno dei tanti efficienti ricoveri presenti nell’area del parco delle Dolomiti Friulane. Dispone di cucina, sorgente nei pressi ed è in grado di offrire ospitalità per circa una decina di persone. Bellissima la visuale che si apre da qui verso la forcella Sciol de Mont che separa il gruppo Postegae dal monte Ferrara. (sentierinatura.it) La discesa per bosco ombroso ci riporterà sul tratto di sentiero percorso all’andata (prima biforcazione) e quindi nuovamente sul lungo e vasto vallone detritico fino al parcheggio di Pian Meluzzo. (ore 2,20 senza soste)
Percorso disegnato (il GPS Garmin ha avuto qualche problema) su mappa Google Earth: rosso in andata, variante verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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