Appennino reggiano
Data escursione: 22 Settembre 2022Vetta: Monte Cusna - 2.120 m
Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
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Quarta escursione al monte Cusna: la prima volta nella tarda primavera del 2007, raggiunta la cima salendo da Pian Vallese (1284 m); la seconda volta, nel gennaio 2018, salendo da Monte Orsaro (1240 m circa) con rinuncia alla cima in località “Le prese“, per troppo vento, e salita consolatoria alle cime secondarie dei monti Cisa e Prampa; stessa sorte contraria, ossia cima mancata, nell’inverno 2019, rinunciando per vento forte e ghiaccio intorno a quota 1875 metri circa.
Attraversato il borgo di Monte Orsaro, si può parcheggiare presso un largo spiazzo (1240 m circa) dove la stradina si biforca (divieto di accesso ai mezzi pesanti, poco avanti dritto) e diramazione a sinistra verso il rifugio omonimo (1.300 metri circa). Si sale a monte del rifugio sulla strada forestale sovrastante, percorrendola interamente fino all’incrocio con cartello per il passo Cisa che tralasciamo per continuare a sinistra, in leggera salita, sul sentiero CAI 623. Poco oltre, in corrispondenza di altro bivio CAI, manteniamo il segnavia 623A mentre a sinistra si può scendere verso il ricovero Rio Grande ed allacciarsi al sentiero 619 che percorreremo al ritorno. Prossimi all’uscita dal bosco si apre una grande radura denominata “Le Prese” (1770 m circa), dove comincia la salita sulla dorsale nord del monte.
Verso “Le Prese”
Iniziamo la risalita della panoramica cresta nord del monte Cusna (segnavia 625) le cui pendici sono ricche di argille e rocce arenarie. Alcuni tratti sono piuttosto ripidi con un paio di passaggi impegnativi. Man mano che guadagniamo quota la visuale si allarga sulle Alpi Apuane che compaiono alla nostra destra. Poi la dorsale si allarga in una vasta e ripida brughiera, propria di suoli acidi con scarsa presenza di humus e caratterizzata da una vegetazione erbacea ed arbustiva (wikipedia). Mi dirigo ad ovest della cima fino al punto di incrocio con il sentiero 627 che scende alla Costa delle Veline. In pochi minuti salgo sulla vetta della più elevata cima dell’appennino reggiano in cui è posta una croce metallica e una statuetta della Madonna. (ore 2,30 dal parcheggio)
Croce del Cusna
Panorama dalla cima
Per il ritorno, ripercorriamo brevemente il percorso di salita fino al cartello CAI 617-619; seguiamo il segnavia iniziando a discendere l’ampia dorsale nord-est del monte. Nel punto in cui i tracciati 617 e 619 si dividono, procediamo su quest’ultimo in direzione del bivacco Rio Grande e del rifugio Monteorsaro.
I cartelli verticali del CAI sono molto utili poichè tutta la dorsale est del monte è percorsa da numerose tracce di sentieri. Le rimanenti indicazioni del percorso sono dipinte su massi (segni bianco-rossi), affioranti dalla brughiera, che potrebbero diventare inutili in caso di nebbia o foschie improvvise, fenomeni atmosferici frequenti sulla dorsale appenninica.
Ritorno sul sentiero 619
Perdiamo quota velocemente entrando nel bosco intorno a quota 1650 m. Al limite inferiore del Fosso di Prassordo, attraverseremo il rio Grande (rio piccolo in verità) per risalire sulla sponda opposta del Fosso, non prima di aver cercato invano, sulla destra orografica del Fosso dove siamo pervenuti, i segni bianco-rossi sugl’alberi ed essere ritornati sui nostri passi con un lieve dispendio di energie e di tempo (circa 15 minuti).
Superato il rio Grande riappare la segnaletica verticale arrivando in breve all’omonimo bivacco (1580 m circa), piccola costruzione in sasso utilizzabile in caso di emergenza. Superiamo il bivio con il sentiero 619A, che riporta al sentiero 623 ed al percorso dell’andata, ritornando nuovamente nel bosco e riprendendo la discesa, sempre sul 619.
Al successivo cartello CAI manteniamo la direzione “Monteorsaro” (segnavia 609) oltre il quale ci aspetta una sconnessa, sassosa e ripida discesa. Guadato il rio Candia la pendenza diventa più dolce ma in alcuni punti la vecchia mulattiera, affiancata da muri a secco, non è sempre in buono stato e sembra di camminare all’interno di un fosso che assomiglia molto ad una trincera della Grande Guerra.
Raggiunte le prime case di Monte Orsaro, tenendo la sinistra, affrontiamo lo strappo finale che ci riporta al parcheggio. (Ore tre dalla cima, considerando la disgressione presso il rio Grande, la visita al bivacco e l’abbuffata di more selvatiche poco prima di arrivare al borgo montano)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.