Pale San Martino (Parco naturale di Paneveggio)
Data escursione: 6 Febbraio 2024Vetta: Monte Castellaz - 2.333 m
Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
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Il procedimento grammaticale, consistente nell’aggiungere al tema di sostantivi ed aggettivi un suffisso che esprime disprezzo, (-accio, presente anche la forma alternativa -azzo), è comune ad alcuni toponimi di questa parte delle dolomiti trentine, come Cavallazza, Tognazza, Costazza, Mulaz e la cima in oggetto, ma è tutt’altro che espressione di disprezzo. Le sensazioni di bellezza, benessere e serenità interiore, offerti dall’ambiente, prendono il sopravvento sullo stesso procedimento grammaticale.
Escursione ad anello: compiuta in senso orario con partenza ed arrivo presso il passo Rolle (1950 m circa), poche decine di metri prima del passo stesso, versante San Martino. Ripetizione dell’escursione effettuata sul finire dell’inverno 2007, con andata e ritorno per il versante nord-est affacciato sulla val Venegia; in quell’occasione sono salito pure sul Piccolo Colbricon.
Cenni storici: Il monte Castellaz è stato uno dei luoghi teatro della Grande Guerra. Si trova in una posizione strategica e dominante rispetto al valico dolomitico del passo Rolle facendone un luogo di importanza militare. Sono ancora molte, in questa area, le opere campali costruite durante il conflitto. (https://www.parcopan.org/poi/il-monte-castelaz/)
In questa occasione abbiamo preferito compiere la salita per il versante esposto a sud-ovest, libero dalla neve nella parte superiore (prato e rocce), e scendere lungo il versante nord, affacciato sulla val Venegia, ancora innevato con neve ben assestata e traccia battuta. Al contrario, nell’avvicinamento alla parete sud, sono state necessarie le ciaspole per l’attraversamento di alcuni avvallamenti. I ramponcini invece sono stati molto utili.
Fino a capanna Cervino (2084 m) è sufficiente costeggiare in parte le piste di discesa e successivamente percorrere una forestale con neve ben battuta. Superata la capanna, dopo il secondo tornante, si abbandona la forestale per seguire una traccia, a sinistra, che rimonta un dosso ed accompagna sotto i ghiaioni della cima. Superato il versante sud si arriva sul crinale ovest per l’ultimo strappo alla vetta. La statua del Cristo Pensante è lassù, di fianco alla croce di vetta. (Ore 2 dal passo Rolle)
Cristo pensante e croce
Il “Cristo Pensante”, scolpito in marmo bianco, è opera dello scultore Paolo Lauton. Sulla base della statua è stata posta una lastra di ferro con una frase attribuita a Madre Teresa di Calcutta: “Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, trova il tempo di sorridere”.
La cima piatta e trapezoidale del Castellaz fu trasformata dai soldati italiani in un caposaldo che fronteggiava le linee nemiche di Paneveggio e del massiccio di cima Bocche. Trincee coperte, resti di baraccamenti e rifugi sono ancora oggi evidenti sull’altopiano roccioso che costituisce la cima del Castellaz. (https://girovagandointrentino.it/)
La vista, dalla cima del monte, offre uno spettacolo straordinario; una terrazza panoramica naturale che permette di osservare la catena delle Pale di San Martino in tutta la sua bellezza. Tutto intorno, il panorama è ampio e suggestivo: sulle Pale di San Martino, sul passo Rolle ed il Lagorai, sulla catena Bocche-Juribrutto-Col Margherita e sul massiccio della Marmolada.
Prima di iniziare la discesa ci portiamo in breve sulla seconda cima, leggermente più alta, con una piccola croce in legno e filo spinato.
La discesa sul versante nord avviene per tornanti e traversi transitando nei pressi di alcune grotte e gallerie passanti, risalenti al primo conflitto mondiale. La neve è ancora abbondante ma la traccia è ben evidente. Superato il costone orientale della cima la traccia corre alla base della montagna ed esce in campo aperto in vista della Costazza, alla nosta sinistra. Giunti ad un crocevia (cartello CAI) si può decidere se continuare per baita Segantini oppure tagliare per capanna Cervino, accorciando l’anello e ritornare al passo Rolle. (Poco più di 2 ore dalla cima)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.