1. Autunno II mov - Vivaldi
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L’itinerario permette di salire la cima più elevata della parte ovest dei Lessini, dalla quale si gode un ampio panorama.
Da Castelberto, foto panoramica verso est
Il manto nevoso non è spesso; la precoce nevicata di fine novembre, le basse temperature ed il forte vento hanno caratterizzato in maniera differenziata tutto l’altopiano, alternando zone quasi completamente prive di neve ad altre con spessi accumuli. Tutta la zona comunque appare sicura da slavine. L’ottima visibilità e la vastità dei pascoli imbiancati permetterebbero di ciaspolare a vista mantenendo i riferimenti fissi delle elevazioni del monte Tomba e del più lontano monte Castelberto. Bellissima escursione, facile e tranquilla per quanto riguarda il dislivello complessivo (probabilmente non più di 400 m.) e le difficoltà oggettive ma alquanto lunga (oltre 17 km), che prende il via dal parcheggio in prossimità del rifugio Bocca di Selva (1549 m). La struttura, la cui costruzione risale al 1500, nasce per ospitare i malghesi durante i mesi d’alpeggio e per la lavorazione del latte, si compone da muri in pietra, solai in legno ed il tipico tetto in lastre di pietra della Lessina. Con le ciaspole calzate, si sale dolcemente la strada forestale, ora pista di fondo, fin quasi al rifugio-malga Podestaria, in direzione del vicino monte Tomba, inconfondibile per la grande antenna e la struttura del rifugio Primaneve. La Podestaria ed i terreni ad essa soggetti hanno da sempre rappresentato una cospicua realtà dal punto di vista patrimoniale, comprendendo i migliori pascoli dell’alta Lessinia. Di proprietà del monastero di San Zeno in Verona in età medievale, dopo il dominio degli Scaligeri passarono ad un consorzio di nobili veronesi: al nuncius di epoca trecentesca si sostituisce il potestas, l’amministratore della nobile compagnia (magicoveneto.it). Nei pressi di malga Podestaria si abbandona la pista da fondo per imboccare una variante alla forestale che indirizza verso bivio Castelberto (1701 m). Da questo punto in poi il percorso, segnalato con paletti rossi, diviene impegnativo, per neve più abbondante e diversi saliscendi, sbucando quindi nel vasto ed ottimamente innevato piano inclinato alla fine del quale è situato, sulla cima omonima, il rifugio Castelberto (ore 3,15 dal parcheggio). Il rifugio Castelberto è una fedele ricostruzione di una ex caserma della prima guerra mondiale. Negli immediati dintorni sono ancora presenti resti di trincee risalenti alla Grande Guerra. Il panorama dal rifugio è stupendo: la vista spazia dalla Val d’Adige e la sottostante val dei Ronchi, alle vicine cime del Pasubio e del Carega. Tutta la Lessinia è visibile ed il lago di Garda verso Sirmione. A ovest, la tipica cornice del Monte Baldo, l’Altissimo, le cime meno vicine dell’Adamello, con il Carrè Alto e la Presanella. Verso nord, inconfondibile le sagome delle dolomiti di Brenta, Bondone e Paganella. Il ritorno ricalca lo stesso tracciato della variante di salita fino ad un primo incrocio di questa con la forestale-pista di fondo. Si percorre quest’ultima in parte per abbandonarla nuovamente e puntare liberamente verso il rifugio Podestaria (1655 m). Superatolo, tramite il sentiero 255 segnalato sempre con paletti rossi, ci si riporta sulla pista di fondo poco oltre il monte Tomba, in direzione di Bocca di Selva. Alternando tratti su forestale a brevi tratti fuori pista si ritorna al parcheggio in circa 2 ore e trenta dalla cima. Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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