1. Oh montagne - Coro Brigata Cadore
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Bellissima e caratteristica cima dell’oltre Piave, al confine tra Veneto e Friuli. Poco prima della forcella di Monfalcon di Forni la via normale prevede un aggiramento a sinistra in versante cadorino, risale un canalone a destra per alzarsi su ghiaie, brevi camini e paretine, orientata da rari bolli sbiaditi ed ometti poco invasivi. Le difficoltà non oltrepassano il secondo grado, mai troppo esposto e su rocce solide. Nel complesso non sono richieste particolari doti arrampicatorie ne fisiche, in considerazione del dislivello non eccessivo; necessario il casco! Dei tre avvicinamenti possibili, quello dal rifugio Padova per la val d’Arade è il più breve. Dal rifugio Padova (1287 m, in territorio di Domegge di Cadore) si sale dapprima la valle Pra di Toro sul sentiero 346 e quindi la val d’Arade per il sentiero 342. Al bivio successivo, ancora immersi in un bosco ombroso, un cartello segnaletico indirizza verso forcella Monfalcon di Forni. Ci si allontana dal limite della vegetazione arborea inoltrandosi nel Cadin d’Arade mentre alle nostre spalle la vista si apre sul Civetta e Pelmo, fino all’Antelao. Accerchiati sempre più da un’infinità di guglie dolomitiche, la salita attraverso il Cadin procede lenta e faticosa, su una vasta distesa di sfasciumi ghiaiosi e rocce traballanti. Raggiunta forcella Monfalcon di Forni (2309 m), dopo breve pausa si riparte per la nostra meta. Il Monfalcon di Forni, insieme con il Monfalcon di Cimoliana (2450m) si posa sulla testata del Cadin d’ Arade, sul lato sinistro della forcella appena raggiunta. Assume una forma piuttosto tozza se lo si avvicina dal rifugio Padova; è invece agile e slanciato se osservato dal versante del bivacco Marchi-Granzotto, quasi volesse duettare con il fratello gemello sul lato opposto della forcella. Scendendo leggermente a sinistra, parte una traccia che costeggia alla base un’enorme torrione roccioso. Un piccolo muretto di pietrame, quasi impercettibile, posto al centro del sentiero ed una sommaria quanto improbabile freccia direzionale vorrebbero richiamare l’attenzione dell’escursionista circa la strada da percorrere. Una lieve cengia in discesa conduce ad un evidentissimo canalone sulla destra, con ometti e bolli rossi molto sbiaditi. Si seguono costantemente i rari segnavia superando passaggi facili (I°) alternati ad altri un po’ meno facili. Una cengia ulteriore porta verso destra ad un caminetto di alcuni metri (II°) e quindi ad una piccola terrazza di sfasciumi sotto le rocce finali che si salgono per un secondo caminetto (II°) fino alla cima del Monfalcon di Forni. (ore 4 circa dal parcheggio del rifugio Padova). Discesa: come per la salita, avendo cura di rafforzare gli ometti incontrati all’andata ed il piccolo muretto con accanto freccia direzionale, utili a chi vorrà salire la cima dopo di noi. (ore 3,15 dalla vetta fino al parcheggio del rifugio Padova)
(Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini, compagno d’escursione)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: verde in andata e ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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