1. Incompiuta I mov - Schubert sito
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Un detto popolare sostiene che non si fanno i conti senza l’oste!
In questo modo può essere sintetizzata l’ultima escursione invernale (11 gennaio 2019). Alcuni fattori, purtroppo, hanno contribuito al poco incoraggiante risultato finale. Secondo la maggior parte delle informazioni raccolte in rete, per salire a Bocca di Trat (1581 m), dal paese di Lenzumo in Val Concei, si segue una stradina di montagna (7 Km circa) che conduce direttamente a malga Trat (quota 1.556 m). Lo scarso innevamento di questa stagione invernale sulla catena alpina, per lo meno sul versante italiano, ci ha convinti che la stradina potesse essere percorribile dal fondovalle, se non fino alla malga, almeno per un buon tratto. In tal modo si sarebbe risparmiato una parte di salita nel bosco per affrontare, secondo le nostre aspettative, la parte più interessante dell’escursione, ossia raggiungere Bocca di Trat e proseguire poi per le cime Mazza di Pichea, Corno di Pichea ed infine il Tofino. Da Lenzumo, traccia rossa con pallini blu=strada forestale + sent. 403 della val da Vai per malga Trat, che si sarebbe dovuto percorrere; traccia verde= strada forestale fino a Perigol + sent. 402 della val Sorda per Bocca diTrat, effettivamente percorso. Il primo errore è stato commesso poco oltre il paese di Lenzumo, seguendo una stradina laterale a destra che ci ha condotto in una radura (località Perigol, 939 m) dalla quale il sentiero 402 indicava Val Sorda, Bocca di Trat e rifugio Pernici. Nulla di irrimediabile se non per il maggior dislivello da superare a piedi. L’errore più grave, in termini di tempo ma non dipendente dalla nostra volontà, è intervenuto intorno a quota 1.060m circa. Un bivio, reso irriconoscibile ed impraticabile dalla caduta di alcuni abeti (tra cui quello con le indicazioni del CAI) che hanno cancellato la traccia di sentiero originale, ci ha indirizzati su una traccia abbastanza evidente a destra che cessava di esistere completamente, insieme con i segni del CAI, intorno a quota 1120 m circa. Nella ricerca di eventuali segni che ci riportassero sul sentiero principale, abbiamo risalito e ridisceso il ripido pendio del monte perdendo di vista la traccia fasulla ma ritrovando, dopo più di un’ora, il sentiero valido nei pressi di quella rovina di abeti abbattuti e la variante di sinistra, nuovamente evidente e segnalata oltre la rovina. A quota 1520 m circa, dopo più di due ore di escursione, ci concediamo una breve pausa di ristoro. Si riprende quindi la salita verso Bocca di Trat con la certezza che non sarà più possibile, considerato il tempo perduto, raggiungere gli obiettivi prefissati. Alla Bocca di Trat (1581 m), con il rifugio Nino Pernici alle spalle e poco distante, “s´elevano le imponenti rocce di Pichèa. Sembrano un fantastico castello merlato destinato ad accogliere abitatori giganti. Torri, pinnacoli, guglie, prodigio di statica, e scherzi inverosimili d´audace eleganza si rincorrono nell´alto del cielo, svolgendo l´intreccio di un portentoso ricamo. É questa forse l’attrattiva più spiccata per chi sale al rifugio“. Così scriveva il dott. G. Bresciani, in un articolo a commento della costruzione del rifugio Pernici pubblicato sul XXV Annuario S.A.T. nel 1930.
Facendo un pò di conti, con l’oste questa volta, ci resta appena un’ora o poco più di tolleranza prima di intraprendere l’impegnativa discesa. Decidiamo quindi di affrontare il sentiero 420 che sale alla Mazza di Pichea per raggiungere una postazione risalente alla prima guerra mondiale in posizione molto panoramica. Lungo il sentiero si scorgono i resti della trincea che percorreva il versante meridionale della montagna, integrata da caverne e postazioni. Queste opere erano difese da una batteria di cannoni collocati in caverna. Una deviazione del sentiero porta alla caverna Riccabona, nella quale si trova una lapide che ricorda il capitano dei Kaiserjäger Ludwig Riccabona, comandante del settore della Bocca di Trat nel 1916. Il ritorno segue la stessa via di salita per un totale di ore 6,30 complessive. Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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