1. Piano Sonata in A major parte - Schubert
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Dalla sponda meridionale del lago di Misurina, nei pressi del Villaggio Alpino Pio XII, a quota 1750 metri circa, si risale (ciaspole inzainate) il bosco lungo il sentiero-carrareccia n. 120 che scende dal rifugio Col da Varda, fino a poco sotto il rifugio stesso. Aggirando il Colle omonimo e sempre sul sentiero 120 (Alta via n. 4) si seguono poi le indicazioni per il rifugio Città di Carpi traversando la Grave di Pogofa, sotto le pendici meridionali di cima Cadin della Neve, in lieve discesa fino al Bus omonimo (1943 m) e da lì, in salita, si perviene all’ampia depressione di forcella Maraia (2101 m). Poco più in alto rispetto alla forcella è posizionato il rifugio Città di Carpi (2110 m, chiuso) che viene raggiunto dopo circa due ore dalla partenza.
Panorama verso sud sul gruppo delle Marmarole (foto di Alberto Zerbini) Lungo il sentiero appena percorso, dal Col de Varda al rifugio Città di Carpi, il gruppo del Sorapis e la catena delle Marmarole offrono all’escursionista un fantastico panorama nella gelida veste invernale. Dal rifugio raggiunto sono ben visibili forcella della Neve, nostro obiettivo, e la più alta e difficoltosa forcella del Nevaio, più a destra, che introduce al Ciadin del Nevaio ed al rifugio Fonda Savio. Cadini di Misurina dal rifugio Città di Carpi (foto di Alberto Zerbini) Mantenendosi circa al livello del rifugio, con qualche sali-scendi, si raggiunge una selletta oltre la quale si apre il vasto e solare Ciadin de le Pere, ondulato e rassicurante. Da qui in poi la salita si fa veramente impegnativa per superare i circa 350 metri che ci dividono dalla forcella. A causa dell’innevamento ancora eccezionale per la stagione avanzata e l’esposizione a sud-est, sarà necessario calzare le ciaspole e guadagnare faticosamente la forcella, raggiunta dopo due ore dal rifugio Città di Carpi.
Lo spazio in forcella è angusto, praticamente una piccola cresta di neve che consiglia attenzione a dove porre i piedi. Anche il freddo suggerisce una sosta breve; il tempo di scattare alcune foto e ristorarci con qualcosa da mangiare ed una bevanda calda. Al momento di partire si presentano alcuni gracchi alpini tira tardi; la confidenza che ostentano è tale che non ci si può esimere dal dare anche a loro parte del nostro cibo. Il versante opposto, il Ciadin de la Neve, è inizialmente molto stretto e ripido; la discesa richiede quindi molta attenzione. Più in basso l’ombroso ciadin si allarga progressivamente. Incontra quindi, perpendicolarmente, la traccia del sentiero Bonacossa, sommerso dalla neve e percorso l’anno prima durante l’attraversamento estivo dell’intera catena dei Cadini, individuale in quanto proviene dalla forcella di Misurina, a sinistra, e procede verso la forcella del Diavolo, a destra. Nel vallone sempre più largo, al limitare superiore del bosco si raggiungono i resti dell’ex stazione a monte del dismesso skilift e da qui, seguendo la pista di discesa, si ritorna sulla sponda settentrionale del lago di Misurina e successivamente alla riva meridionale ed al parcheggio (poco meno di due ore dalla forcella). (Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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