1. Bach - Badinerie
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Data la sua esposizione a sud-est e la bassa quota, la si può percorrere in tutte le stagioni. Tuttavia è sconsigliato salirla in caso di parete bagnata oppure nelle giornate particolarmente calde e soleggiate.
Percorsa alla fine degl’anni ’90 sul suo tracciato originale, non ho conservato, stranamente, alcuna documentazione fotografica di quella salita e mantenuto vaghi ricordi legati all’impresa. La tipologia di roccia rendeva allora la salita ardua e fisicamente impegnativa. Ora, con la nuova attrezzatura che ha mantenuto sostanzialmente il tracciato originale, si può affrontarla in modo più piacevole. Dell’idea originale rimane tuttavia l’elevata esposizione e l’emozione che accompagna per tutta la salita. Il parcheggio nel centro abitato di Mori (quota 200 metri circa) costituisce la base di partenza dell’escursione, favorita dall’ottima segnalazione del percorso.Tagliando brevemente la parte vecchia del paese si affronta in salita un sentiero che diviene successivamente lastricato ed accompagna nei pressi del santuario di Montalbano, dedicato alla Madonna dell’Annunziata, che sovrasta il centro abitato (venti minuti dalla partenza). Dopo una breve visita al santuario si transita per una radura pianeggiante, con panchine ed area picnic, caratterizzata dalla presenza di grossi massi calcarei e nei successivi 10 minuti si perviene all’attacco della ferrata. Difficile il breve attacco, poco più di tre metri, da affrontare in arrampicata libera prima di incontrare la prima staffa metallica. Noi abbiamo trovato su posto una corda fissa che facilita la salita. Il percorso, che di per sé sarebbe ricco di diedri, camini e placche, viene di fatto superato attraverso una notevole serie di cambre metalliche, posizionate orizzontalmente, senza necessità di toccare la roccia che risulta piuttosto “levigata” e comunque di scarso aiuto. Tecnicamente le difficoltà della “nuova Mori” sono calate notevolmente; l’esposizione però è rimasta la stessa ed alcuni traversi non sono assolutamente da sottovalutare. In particolare proprio quest’ultimi richiedono cautela nel movimento poichè la roccia raramente trasmette fiducia negli appoggi dei piedi. A tal proposito risultano “originali” alcune zigrinature artificiali create per ovviare proprio alla mancanza di grip. (vieferrate.it) Dopo circa due ore, la ferrata termina nei pressi di un terrazzino a picco sull’abitato di Mori; ci concediamo quindi una lunga sosta favoriti anche dalla tiepida e splendida giornata di metà febbraio. Per il ritorno, con l’ausilio dell’ottima segnaletica, seguiamo un sentiero che sale verso un’area quasi pianeggiante coltivata a vigneti. La si attraversa seguendo le indicazioni per “Lasta- Pipel” e poi in discesa, per sentiero senza particolari difficoltà, si perviene ad un bivio nei pressi del santuario e quindi al parcheggio. (60 minuti dalla sosta di fine ferrata) Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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