Prealpi trentine - Bondone
Data escursione: 9 Giugno 2023Vetta: Dosso d'Abramo - 2.140 m
Vetta: Monte Cornetto - 2.180 m
Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
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L’altopiano delle Viote, a circa 1500 metri di quota, è attorniato da quattro cime: il Palon (2096 m), che si affaccia sulla valle dell’Adige e domina la città di Trento, e le così dette Tre Cime del Bondone, ovvero il monte Cornetto (o Cornet, la cima più alta del massiccio montuoso), il Dosso d’Abramo e cima Verde (2102 m). L’altopiano costituisce tra l’altro un’area naturalistica a regime protetto, chiuso ad ovest dal crinale della Rosta (1837 m) che si affaccia sulla valle dei Laghi. La piana delle Viote costituisce un interessante biotopo per la torbiera alpina e relativi endemismi botanici. Poco prima della conca, salendo da Garniga Terme, si trovano vecchi edifici militari austroungarici.
Terza visita alla conca delle Viote nel corso di diciotto anni di attività escursionistica.
Nella tarda primavera del 2005 ho percorso il giro classico delle tre cime, in senso antiorario, salendo alla vetta del Dosso d’Abramo per la ferrata Giulio Segata. Nell’inverno del 2013 ho salito poi, con le ciaspole, il solo monte Cornetto percorrendo la Costa dei Cavai.
In questa escursione di fine primavera era nostra intenzione ripercorrere il classico giro delle tre cime in senso orario, partendo del centro fondo Viote per transitare poi sul Dosso d’Abramo tramite le due ferratine, brevi e facili, poste a nord-est, verso la cima Verde, e sud-ovest del monte, verso il Cornetto.
Dal parcheggio del centro sportivo Viote, a quota 1565 m, procedendo in direzione sud si oltrepassa la curiosa cupola dell’osservatorio “Terrazza delle stelle” costeggiando il terreno paludoso a fianco del bosco (torbiera delle Viote) per immettersi sul sentiero 636 che procede verso sinistra in direzione di cima Verde.
Terrazza delle stelle
L’osservatorio astronomico “Terrazza delle stelle”, lontana dalle luci dei centri abitati, è luogo ideale per l’osservazione del cielo stellato. A pochi chilometri dal capoluogo, l’osservatorio è dotato di telescopi che, con la guida di operatori esperti, diventano strumenti privilegiati per ammirare il firmamento. Alle osservazioni astronomiche si affiancano concerti di musica classica e leggera, animazioni di teatro scientifico, spettacoli, racconti per ragazzi, corsi di approfondimento a tema astronomico. Di giorno protagonista è il sole, che mostra il suo spettacolare volto nascosto grazie a telescopi con particolari filtri. La cupola dell’osservatorio è realizzata in acciaio lucidato che crea un sorprendente effetto specchio: il panorama diurno e notturno si riflettono sulla cupola. (cultura.trentino.it)
Per cause oggettive che mi sono ancora ignote, o forse per un precoce accenno di senilità, ho smarrito la traccia del sentiero 636, verso cima Verde, all’interno del bosco. Abbiamo quindi percorso interamente verso sud su traccia comunque evidente, con qualche sospetto sulla direzione intrapresa ma senza preoccupazioni di orientamento, la Riserva Naturale Integrale delle Tre Cime, prima lungo la val del Merlo e poi la val Mana per ritrovarci al cospetto del ripido macereto sotto la parete ovest del Dosso e quella sud del Cornetto. Risalitolo faticosamente, anche con l’aiuto delle mani, siamo approdati nuovamente sul 636 poco sotto la forcella tra il Dosso ed il Cornetto, a quota 2000 m circa.
Ripreso quindi il sentiero 636 in direzione nord-est, a sinistra, sotto la strapiombante parete ovest del Dosso, ci siamo riportati sul versante sud-est del monte per percorrere una stretta cengia, lievemente in discesa e protetta con corrimano, fino all’attacco della prima, breve, ferrata che risale una stretta fessura ed accompagna alla selletta che divide il vasto pianoro sommitale del Dosso d’Abramo. A destra, la vicina croce metallica ed a sinistra la cima vera e propria, poco lontana. (Ore 3 dalla partenza)
Attraversata per intero la spianata del Dosso in direzione sud-ovest, transitando altresì nei pressi dell’arrivo della ferrata Giulio Segata, si tocca la cima vera e propria per ridiscendere verso il secondo tratto attrezzato, breve e facile come il primo, fino all’estesa forcella che divide il Dosso dal Cornetto.
Sempre sul sentiero 636, si procede verso la seconda cima immettendosi successivamente sul sentiero 607 che aggira il monte risalendo il suo versante sud fino alla vetta dove son presenti postazioni della prima guerra mondiale. La salita presenta qualche brevissimo tratto impegnativo che richiede l’utilizzo delle mani. (Ore 1,30 dalla cima del Dosso)
La via del ritorno procede sul sentiero 607 (Costa dei Cavai). Nel tratto iniziale il sentiero percorre una sottile cresta caratterizzata da “scaglia rossa” che contrasta con il calcare dolomitico tipico del Dosso e del Cornetto. Lo stesso tipo di roccia caratterizza anche la cima Verde il cui versante nord è per 3/4 boscoso (da qui il nome “Cima Verde”) mentre quello sud dirupa in un ripidissimo e selvaggio vallone rossastro, rimembranze dell’escursione del 2005. (Ore 1,45 dal Cornetto)
Profilo altimetrico
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.