1. Aria sulla quarta corda - Coro Tre Pini
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Dal rifugio E. Castiglioni, presso la diga del lago Fedaia (2054 m), lungo il sentiero 698, si perviene nelle vicinanze di Porta Vescovo (2480 m) e da qui si seguono, verso est, tracce di sentiero che salgono a sinistra tralasciando quello segnato con colore giallo-rosso che porta al passo Padon (SGA). Si incontra un grosso masso con l’indicazione per la via ferrata, in direzione della possente parete verticale dove ha inizio il percorso attrezzato (ore 1,30 circa dal lago Fedaia).
Cresta del Padon con cima Mesola (foto di Alberto Zerbini) I primi 30 metri sono i più esposti ed impegnativi. La via prosegue poi per placche molto esposte ed in cresta, supera un ponticello sospeso attrezzato e raggiunge la slanciata, esile e rocciosa, cima Mesola (detta anche Bec de Mesdì) per poi discendere, sul lato opposto, ripidamente e con passaggi a volte difficoltosi fino a un’ampia insellatura dove e’ possibile abbandonare la ferrata scendendo lungo tracce di sentiero, in direzione sud, per raccordarsi con quello proveniente dal passo Padon (SGA Sentiero Geologico Arabba). La seconda parte del percorso attrezzato, meno impegnativa ma sempre esposta e suggestiva, offre maggiori segni e testimonianze della Grande Guerra. Risalendo un vecchio sentiero di guerra, si incontrano le prime gallerie che servivano da postazioni per le truppe austriache durante il primo conflitto mondiale. “Si prosegue poi su una cengia che, durante le ostilità, serviva da ballatoio e conduceva ad un terrazzino riparato dove era collocato un riflettore utilizzato per scopi bellici. Superato un breve tunnel si ritrova il segnavia 636 con l’indicazione per la Galleria ed il bivacco Bontadini. Poco più avanti si raggiunge la galleria principale con numerose diramazioni, feritoie aperte sulla Marmolada e scale in pietra. Sbucati al bivacco Bontadini (2552 m, tre ore dall’inizio della ferrata), alla base della parete verticale della Mesolina, ci concediamo una breve sosta ristoratrice prima di salire, in circa 10 minuti, alla pianeggiante ed erbosa cima.
Ritornati al bivacco si scende velocemente al rifugio Passo Padon (2369 m) dove, nei pressi dell’arrivo degli impianti che salgono dal passo Fedaia-Capanna Bill, si trova un obice risalente alla seconda Guerra Mondiale.
Dal rifugio Padon un fantastico percorso (SGA) in quota, segnalato con paletti di legno e bollini colorati in giallo–rosso, ci riporta in direzione di Porta Vescovo transitando, con andamento quasi pianeggiante, per gli alti pascoli alpestri del versante sud della cresta attrezzata appena percorsa, con la Marmolada sulla sinistra e le scure rocce di origine vulcanica sulla destra. Raggiunta la dorsale erbosa che scende dalla cima della Mesola è possibile abbandonare il sentiero SGA e prendere sulla sinistra una variante alternativa, ben visibile, che porta in direzione di una baita di legno incontrata all’andata e quindi, sul medesimo percorso del mattino, ritornare al lago Fedaia ed al rifugio Castiglioni (ore 2 dal bivacco Bontadini).
(Riferimenti in corsivo a trentinograndeguerra.it) (Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini, compagno d’escursione)
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: in rosso andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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