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Fine 2008
Escursione facile, indicatissima da fare con ciaspole, generalmente sicura da valanghe nel tratto che segue la forestale, con vasti paesaggi ed un impagabile panorama dalla cima. L’escursione potrebbe svolgersi tutta sul tracciato della strada forestale che dal passo porta alla vetta: noi però, su consiglio di “Girovagando in Trentino” abbiamo compiuto un giro più ampio, ad anello, salendo al Pizzo di Levico dal panoramico versante est. La strada forestale che dal passo Vezzena sale fino alla vetta è in realtà l’ex strada militare che serviva il forte austroungarico Spitz Verle, scavato nella roccia della cima a picco sul precipizio. L’eccezionale ed inaspettata nevicata che ha interessato, ad inizio inverno, l’arco alpino in generale ed in particolare l’altopiano di Asiago e la presenza di un’area di alta pressione sul nord-est d’Italia sul finire d’anno, ci portano sull’altopiano, al confine tra Veneto e Trentino in una zona molto frequentata dai “ciaspolatori”. L’escursione deve considerarsi facile se si mantiene il riferimento della ex strada militare, sia all’andata che al ritorno; l’estensione dell’escursione verso Malga Marcai e la salita alla cima attraverso la sella tra il Camin ed il Pizzo, sul breve ma impegnativo sentiero di cresta, fantastico per il panorama ma ponendo attenzione all’esposizione ed alle cornici di neve, ne aumenta un pò la difficoltà. Dal passo Vezzena (1404 m) si prende la strada forestale, sepolta sotto oltre un metro di neve, in direzione dei ruderi di forte austro-ungarico di Busa Verle che si raggiunge in circa 20 minuti. Insieme ai forti Campo di Luserna e Belvedere di Lavarone, il forte Busa Verle costituiva la cintura difensiva più avanzata sul confine tra l´Impero austro – ungarico e il Regno d´Italia e bloccava la strada per l´Altopiano di Asiago. Proseguiamo la nostra escursione sulla forestale che sale direttamente al Pizzo di Levico ma che lasciamo in prossimità di un bivio, per allargare il giro, puntando verso est in direzione di Malga Marcai di Sopra (1657 m). Dopo un bel percorso nel bosco la strada sfocia in una grande radura dove sorge la malga. Seguiamo tracce diverse, lasciate da altri ciaspolatori prima di noi, in direzione della sella sulla linea di cresta tra Cima Manderiolo, a destra, e Cima Vezzena. Alla sella affrontiamo a sinistra la breve ma erta salita finale alla cima. (ore 2,30 dal passo) Grandioso il panorama dalla cima, occupata dai ruderi del forte; l’occhio è soprattutto attratto dalla sottostante Val Sugana con i laghi di Caldonazzo e Levico e le Dolomiti di Brenta sullo sfondo, il Fravort ed il Gronlait a fianco, nei Lagorai meridionali e saliti in autunno, mentre a sud si domina l’Altopiano di Vezzena e monte Verena. Oltre queste cime, la vista spazia, da occidente per 365 gradi, verso l’Adamello, i gruppi Ortles e Cevedale, Marmolada e Pale, vette Feltrine, cima Dodici e Portule, Pasubio e Col Santo, monte Baldo ed Altissimo di Nago, Cornetto di Folgaria e Vigolana. Dopo aver indugiato a lungo sulla cima, la discesa avviene sul più facile versante sud-ovest, prendendo la ex strada militare che, poco sotto la cima, cala dolcemente con diversi tornanti fino a ricongiungersi con la via dell’andata per passo Vezzena, che raggiungiamo al tramonto. (ore 1,30 dalla cima) Inizio 2009 Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, azzurro al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.
Sulla linea di spartiacque tra i dolci pendii dell’Altopiano dei Sette Comuni e la sottostante e strapiombante Val Sugana, nella sua propaggine più occidentale in corrispondenza della linea di confine tra la provincia vicentina e quella di Trento, svetta una cima, Vezzena per i veneti e Pizzo di Levico per i trentini, boscata e prativa nel suo versante meridionale, vertiginosa e quasi irraggiungibile in quello settentrionale. Lassù, a quota 1908 m, meta ideale per ciaspolatori di ogni grado, siamo saliti in gruppo, colleghi CARIFE con familiari ed amici al seguito, in una tranquilla giornata invernale, non particolarmente bella dal punto di vista atmosferico ma assolutamente gradita, viste le premesse meteo. Ripercorrendo le tracce ideali della vecchia strada militare austriaca, o via dei Forti della I° guerra mondiale (forte di Busa Verle poco dopo la partenza da passo Vezzena e forte Spitz Verle in cima, scavato nella roccia) sepolta sotto un metro di neve, è stata raggiunta la vetta in circa tre ore di cammino. Con un pizzico di avventura che ha dato risalto alla facile impresa, la discesa ha seguito una traccia recente nel manto nevoso che, attraverso un fitto bosco coperto da oltre mezzo metro di neve fresca, ci ha riaccompagnati sul tracciato originale della strada militare. Tra sequenze visive, di rara bellezza ed impareggiabile suggestione, ed immagini lontane di vecchie cartoline legate alla tradizione natalizia, ripescate dalla memoria, abbiamo concluso una giornata “particolare” con una pausa ristoratrice in un tipico ed accogliente locale pubblico al passo Vezzena. |
Mappa della cima:
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