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Cima dal nome curioso e poco nominata, costituisce il punto piu’ alto della Lessinia ed è posta al cospetto del gruppo del Carega. Nonostante l’elevazione modesta, offre suggestivi scorci panoramici sul gruppo Adamello-Presanella, sul Baldo e sulla pianura sottostante fino al crinale appenninico. L’escursione con le ciaspole prende il via dal vasto parcheggio (1494 m) di San Giorgio (Bosco Chiesanuova), sotto cima Castel Gaibana caratterizzata da impianti sciistici ed antenne, che si abbandona immediatamente imboccando l’evidente stradina, ben battuta, che porta a Malga Malera di sotto (1561 m) e successivamente nei pressi di malga Malera di sopra (1597 m). Il manto nevoso non è spesso; le nevicate recenti in pianura hanno interessato solo marginalmente la Lessinia e tutta la zona appare sicura da slavine. La stupenda giornata di sole e la vastità dei pascoli imbiancati permettono di ciaspolare a vista mantenendo i riferimenti fissi delle elevazioni di Castel Malera, Bella Lasta e cima Trappola, quest’ultime visibili già dalla malga superiore. Le tre cime costituiscono la dorsale che, con andamento arcuato nord-sud, separa il Vallone, di origine glaciale, dal bordo orientale dell’altopiano che precipita nella valle di Rivolto. Al passo Malera (1722 m), comoda porta d’accesso al gruppo del Carega per chi proviene dai Lessini e che indirizza gli escursionisti verso Passo Pertica, punto di confluenza delle valli di Rivolto e Ronchi, ci concediamo la prima sosta, più per godere del panorama che per necessità di riposo. Si riprende quindi la salita verso cima Bella Lasta (1812 m) e Cima Trappola, meta della nostra escursione (ore 2,15 dal parcheggio). Il ritorno segue tracce recenti nella neve che scendono il versante occidentale della cima con radi arbusteti terminanti a strapiombo sulla valle dei Ronchi; percorre in discesa tutta la cresta nord-ovest fino a Bocca Castello (1743 m) e risale infine cima Castel Gaibana (1806 m) con il rifugio omonimo (poco meno di un’ora dalla cima). Lasciato il rifugio, si riprende la discesa che riporta nuovamente al parcheggio in un’ora circa attraverso il Vallone, testimone delle grandi glaciazioni quaternarie. La roccia calcarea è completamente lavorata da fenomeni carsici, il più importante dei quali è il ‘Buso del Valon‘, un imponente pozzo carsico utilizzato in tempi passati come riserva estiva di ghiaccio.
Percorso disegnato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. |
Mappa della cima:
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