1. Canzone del Grappa
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2006 – difficoltà =EEA
Dal sacello di San Liberale (650 metri circa) e dopo un breve tratto di pista forestale, parte impegnativa la salita che, a tratti assai ripida, taglia la boscosa dorsale della Vanduia fino al tratto attrezzato (C. Guzzella) vero e proprio che si snoda in linea rapida attraverso i frastagliati dirupi dei Napon, sempre alquanto ripido, lungo pendii ora erbosi ora rocciosi oppure su cresta. La parte più esaltante del percorso comincia comunque in corrispondenza della galleria del Camin, entro cui corre la strada provinciale. Dopo una breve arrampicata obliqua ed il superamento di una pala erbosa si entra in un camino con le pareti ora imbragate da una corda metallica per evitarne il franamento. Proprio sopra questo camino parte una parete ricca di appigli, stupendamente esposta, che in una cinquantina di metri porta all’ultimo tratto del percorso attrezzato e successivamente alla cima. (estratto da: M.E.L. Manipolo Escursionisti S. Liberale) Sul baluardo del Grappa, dopo la tragica sconfitta italiana nella battaglia dell’Isonzo, si fronteggiarono in pochi chilometri, per la prima volta, combattenti di tutti gli eserciti in guerra: italiani, austro-ungarici, slavi, tedeschi, francesi ed inglesi. Nell’anno di guerra sul Grappa, tra novembre 1917 e novembre 1918, quasi 80.000 furono i morti austro-ungarici e tedeschi, imprecisato, ma altissimo, il numero di feriti e mutilati. I solchi profondi delle fortificazioni, i macereti operati dalle granate, i camminamenti, le reliquie di casematte e di depositi testimoniano ancora con evidenza, nella parte sommitale, di quel drammatico brano di storia; ma anche i pendii lasciano vedere gallerie e trinceramenti disposti per l’evenienza di un possibile arretramento del fronte. Il museo all’aperto raggiunge il suo culmine con la zona monumentale della vastissima vetta. L’ossario di Cima Grappa, custodisce i resti di 12.600 soldati italiani e 10.300 soldati austroungarici e tedeschi. L’intera costruzione si adagia, lineare ed imponente, sul costone di vetta di cui corregge l’aspro profilo naturale. (estratto da: Magico Veneto) Nel novembre 1917, con l’esercito italiano in ritirata dopo la rotta di Caporetto, il fronte interno comincia a conoscere il nome di un monte fino ad allora marginale: il monte Grappa. …”Ogni centimetro di terra su questo massiccio racconta la storia dello scontro tra i due eserciti, quello italiano e quello asburgico, in un continuo e tragico capovolgimento di fronti. Fino al 1917 il complesso montuoso del Grappa rimase ai margini delle zone di combattimento, tuttavia non fu mai trascurato il ruolo strategico difensivo che avrebbe potuto rappresentare in caso di sfondamento delle armate asburgiche. Dal settembre 1916 infatti, il Comando Supremo commissionava alla 1° Armata i primi lavori di fortificazione del massiccio. Il generalissimo Cadorna visitò personalmente i lavori in più occasioni, certo che, in caso di sfondamento del fronte dell’Isonzo, il Monte Grappa e il Piave sarebbero stati i capisaldi della linea difensiva. Il pericolo veniva da est. La chiusura del fronte russo consente all’Austria-Ungheria di concentrare truppe sulla Venezia Giulia. L’invio di divisioni scelte dell’esercito germanico completerà l’ondata offensiva che spezzerà il fronte a Caporetto. Gli italiani si ritirano, e la 4° Armata che il 27 ottobre riceve l’ordine di ripiegare sulla linea prestabilita, troverà il Grappa già guarnito di postazioni per mitragliatrici e artiglieria anche se le trincee erano poco profonde, almeno alla sommità. “Intanto si combatte duro sul Grappa e sul Piave (qui il rumoreggiamento della battaglia è costante) ma con eccellenti speranze, perché i reparti stanno facendo prodigi, specialmente sul Grappa, dove sono abbarbicati al terreno, senza trincee e senza reticolati, attaccati a ogni pietrone e a ogni cespuglio. Non sono sistemi di linee, che difendono settori, ma gruppi di uomini con pochi mezzi e molto coraggio.” (estratto da: www.biblio-net.com) Percorso disegnato su mappa Google Earth: rosso in salita, sentiero attrezzato C. Guzzella; verde in discesa, sentiero 151. 2007 – difficoltà = T Accompagnati al mattino con pullman privato a Paderno del Grappa, ai piedi del massiccio del Grappa, e ripresi dallo stesso mezzo a Cima Grappa nel pomeriggio, l’escursione vera e propria ha preso il via in località Bocca di Forca (1402 m) dove il gruppo è pervenuto con l’ausilio di fuoristrada appositamente noleggiati. Il percorso è tranquillo, con modesto dislivello ed adatto ad ogni tipo di escursionista; attraversa luoghi ricchi di testimonianze della prima guerra mondiale per terminare sulla cima del Grappa e la sua zona monumentale. |
Mappa della cima:
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