1. Sarabande - Handel
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Da località Ponte Conseria , in fondo alla val Campelle dove si parcheggia l’auto (1468 m), si attraversa il torrente e si segue la forestale, asfaltata per un breve tratto, fino al bivio a sinistra, appena a monte di un tornante, dove il sentiero 317 porta nella val Sorda. ![]() ![]() Il sentiero oltrepassa la malga e riprende a sinistra poco più in alto traversando in costa il ripido fianco della montagna. Si sale, sempre verso nord, in direzione di forcella di Valsorda incontrando dapprima l’incrocio con il sentiero 318 che proviene dal passo Val Cion e quindi i laghetti delle Buse Basse (2170 m circa) dai quali ora si riconoscono sia la forcella che la cima delle Stellune. Presso la forcella di Valsorda (2256 m), sono ancora visibili i segni della Grande Guerra con fortificazioni, trincee ben conservate, e nei dintorni, massicciate, mulattiere e ricoveri in pietra. Raggiunta la forcella, che divide il Montalon da cima delle Stellune, si piega leggermente a destra, sempre sul sentiero 317 che attraversa quasi in piano tutto il versante occidentale della nostra cima e conduce alla forcella di Val Moena. “Il percorso fra le due forcelle è un’accozzaglia disordinata di grandi massi. E come potrebbe essere diversamente considerando la grande frana che, in tempi più o meno remoti, deve averla generata frantumando la parete sud-occidentale della cima, da cui origina. I massi, di forma e dimensioni diverse e di colore rosso cupo, sono fra loro, a volte, ben consolidati ed altre in bilico per cui il piede deve poggiare con attenzione e farsi soccorrere, se necessario, dalla mano. Di tanto in tanto lasciano intravedere qualche masso ben sistemato con paziente e faticoso lavoro di uomini in armi, per facilitarne il transito.”
Panorama verso nord-ovest. Da sinistra Valle delle Stue e Val Moena, valli secondarie della Catena dei Lagorai. Foto panoramica di Alberto Zerbini, compagno d’escursione. Superata la ripida spalla il sentiero “spiana” su una surreale pietraia sotto la cima, che prelude allo strappo finale, col sentiero, ancora a zig zag, visibile sotto l’ultima neve invernale, che risale facile gli ultimi sfasciumi. Superando infine un ultimo tratto più ripido ma ben gradinato si perviene in vetta (ore 5 circa da ponte Conseria). La vetta è una breve dorsale pianeggiante sormontata da una grande croce con tiranti d’acciaio, poco più in basso ci sono dei comodi poggi erbosi che sono l’ideale per fermarsi ed ammirare lo sconfinato panorama. Lo sguardo si perde su un mare di cime a 360°: da nord-est il Latemar, Il Gruppo del Catinaccio, Sassolungo e Sella, la Marmolada e le Pale di S. Martino, di fronte a est la mole di Cima D’Asta, ancora imbiancata, e verso sud le creste fantastiche del Gruppo di Rava. Da sud-ovest a nord-est la lunga serie di cime selvagge che forma la grande Catena del Lagorai. (Riferimenti in corsivo a girovagandointrentino) Panorama verso nord-est. Da sinistra, in primo piano, Cima di Lagorai (2.585 m), più lontano Cima d’Asta (2.847 m) ed il Gruppo di Rava. Foto panoramica di Alberto Zerbini.
(Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini, compagno d’escursione) Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |

Mappa della cima:
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