Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
1. Canti Alpini - Ta pum (Ortigara)
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Raggiunto in auto il piazzale Lozze (1771 m) da Gallio (19 km. strada parzialmente sterrata), l’escursione imbocca il sentiero Cai 841, sulla destra del piazzale, e risale su carrareccia militare il costone di cima Campanella. Ad un primo bivio, verso sinistra, si può scavalcare il filo di cresta mediante uno stretto intaglio nella roccia e dirigere direttamente verso l’Ortigara o ritornare verso la chiesetta del Lozze ed il rifugio Cecchin. Qui si incontrano importanti resti di baraccamenti e grotte di quel periodo bellico; proseguendo si contorna tutto il versante est della Caldiera, pervenendo con alcuni tornanti al caratteristico intaglio di cresta, fortemente inciso da opere belliche, grotte e trincee. Seguendo la ripida cresta si può raggiungere la cima della Caldiera (ore 1,30 dal Lozze). Cima Caldiera costituiva la base di appoggio delle truppe italiane per l’assalto all’Ortigara; il fronte di difesa era appostato lungo una linea che andava dal monte Lozze al monte Campanaro, sul versante ovest della Caldiera. Si scende poi l’ampio vallone roccioso ad ovest della cima fino alla depressione denominata Pozzo della Scala, caratterizzata da numerosissime opere di scavo, ricoveri e trincee. Senza raggiungere il Baito Ortigara, che toccheremo al ritorno, si prende a salire il versante est dell’Ortigara e guadagnare l’evidente sentiero che conduce al passo dell’Agnella (2008 m), all’estremità nord della piattaforma dell’Ortigara. Un tratto roccioso ripidissimo, agevolato da scalini in pietra e da un corrimano di corda d’acciaio, ed una breve galleria elicoidale (“nido d’aquila per mitragliatrici austriache”), sono necessari per guadagnare la spalla nord della piattaforma dell’Ortigara, dove si trova il Cippo Austriaco (ore 1,30 dalla Caldiera). Si risalgono brevemente le devastate bancate rocciose per raggiungere la quota della Cima Ortigara, dove si trova il Cippo Italiano, posato nel 1920, per non dimenticare il sacrificio di 50.000 giovani soldati. Il salto roccioso quota 2.106 metri; l’Ortigara non è una vera cima ma una spalla della dorsale di Cima Dodici. Prima della battaglia non aveva nemmeno un nome, assunto poi dal vallone e dal baito sottostante per via delle ortiche del magro pascolo. Ancor oggi è un luogo estremamente desolante. Si scende il sottostante vallone attraversando ancora numerose trincee. Raggiunto il baito Ortigara (precario ricovero in caso di emergenza, a quota 1987 m), si segue l’evidente sentiero tricolore che, attraversando sassi fortemente erosi e distese di mughi, conduce a Cima Lozze, con la Madonnina a vegliare i campi di battaglia, la chiesetta con il rifugio Cecchin ed infine al piazzale Lozze (poco più di un’ora dall’Ortigara). (Riferimenti a: magicoveneto.it). Lassù, tra gli abeti e le trincee del Lozze, ho constatato quanto irrilevante sia l’insegnamento trasmesso dalla Storia e poco riverente il riguardo che meritano le sacre memorie. Lassù, tanto distante dal viver comune e dove la Libertà di ognuno è anche frutto di quel tragico sacrificio di vite umane, sull’espressione granitica della fede qualcuno ha osato, a dispetto del superfluo avviso,” per tenue guadagno” asportare “con mano sacrilega” l’impianto antifulmini. |