1. Fuga di mezzanotte - Moroder
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Primo giorno: si sale al rifugio Col de Varda (2115 m) mediante l’omonima seggiovia la cui stazione di partenza si trova sulla sponda meridionale del lago di Misurina. Dalla stazione a monte è ben visibile il primo obiettivo del sentiero Bonacossa (n. 117), la forcella Misurina. In leggera salita lungo comodo sentiero si attraversa la zona denominata Grave di Misurina. Nei pressi del canale detritico che porta alla forcella è conveniente indossare imbrago e casco non tanto per la difficoltà del percorso quanto per la presenza di numerosi escursionisti che frequentano il sentiero in questo periodo.
Raggiunta forcella Misurina (2395 m), si scende sul versante opposto, attrezzato anch’esso, fino a raggiungere il fondo del Ciadin della Neve ove si incrocia il sentiero n. 118 che proviene dal camping La Baita, a nord del lago di Misurina, e procede verso forcella de la Neve e rifugio Città di Carpi. Il sentiero Bonacossa risale il versante opposto del Ciadin lungo un canale in parte roccioso, poi franoso ed abbastanza ripido che porta alla forcella del Diavolo (2380 m). Si scende nuovamente sul versante opposto, nel Ciadin dei Tocci e, seguendo il sentiero, si raggiunge il rifugio Fonda Savio (2367 m) dopo poco meno di tre ore dalla partenza. Lasciato presso il rifugio tutto quanto non necessario, si riparte per la ferrata Merlone-Ceria. Si segue inizialmente il tracciato n. 116 diretto alla forcella della Neve, in comune con il 112 (segnavia blu per la ferrata). In corrispondenza di un cartello si abbandona il sentiero n° 116 per scendere a sinistra sulla grande conca nevosa che occupa il fondo del Ciadin del Nevaio. L’ambiente è imponente e severo, molto selvaggio ed isolato. Verso lo sbocco del ciadin, alle nostre spalle, fanno mostra di sè le Cime di Lavaredo. Attraversata la conca nevosa, si raggiunge la verticale parete del Cadin di Nord Est, dove sbiaditi segni blu indicano il percorso. Un primo tratto di corde fisse permette di superare uno zoccolo iniziale e quindi, per roccette, ci si porta all’attacco vero e proprio della parete che si supera grazie ad una lunga serie di scalette, via via più verticali ed esposte, che consentono di risalire la parete fino alla terrazza detritica superiore. Una traccia la risale fino alla base dell’ultimo balzo: per facili roccette e con l’ausilio della corda fissa, si risalgono brevi canalini fino ad uscire sulla comoda cresta sommitale, a breve distanza dal tozzo omino di pietra della vetta.
Panorama verso nord dalla cima del Cadin di Nord Est verso le Dolomiti di Sesto con le Cime di Lavaredo ed il Popera in primo piano. Il Cadin di Nord Est è un punto panoramico di prim’ordine, e la sua vetta merita una visita. Si tratta senza dubbio di una ferrata anomala, definita ingiustamente, a causa delle numerose scale metalliche, la ferrata dei pompieri! Il ritorno avviene obbligatoriamente per la stessa via di salita. (Ore tre dal rifugio Fonda Savio, dove pernotteremo) Secondo giorno: si riparte dal rifugio Fonda Savio, perdendo decisamente quota sull’Alta Via n. 4, e si risale forcella Rinbianco (2176 m) con resti di trinceramenti risalenti alla Grande Guerra. Una comoda cengia orizzontale ed un successivo tratto attrezzato indirizzano verso Le Cianpedele (2345 m) e la vicina forcella Longeres (2235 m) per scollinare quindi sui vasti pascoli prospicienti le Cime di Lavaredo ed il sottostante rifugio Auronzo (2320 m), in poco meno di tre ore dal Fonda Savio. Dopo circa tre ore di escursione senza incontrare anima viva, al pari di passeri solitari, approdiamo al rifugio Auronzo che sembra, al contrario, essere preso d’assalto da centinaia di turisti, come branchi di storni che calano frenetici su un deposito di granaglie. Lo stesso tratto di larga carrareccia che collega il predetto rifugio al Lavaredo necessiterebbe di un drappello di vigili montani per la gestione di un transito ordinato. Panorama verso est da forcella Lavaredo: da sinistra Paterno e Croda Passaporto con forcella omonima tra i due gruppi montuosi. Lasciato il rifugio Lavaredo (2344 m), si riparte per la forcella omonima (2454 m) ad intraprendere la salita al Paterno. E’ necessario percorrere una breve e bassissima galleria di guerra, scavata, nel 1917, nella parete occidentale della Croda Passaporto dal “Reparto Zappatori”, ed un successivo ed aereo percorso in cengia per arrivare presso forcella Passaporto (2530 m), sempre al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo. Oltre la forcella il sentiero procede, sempre in cengia, sul versante opposto rispetto alle tre cime e risale faticosamente il Ciadin del Passaporto su terreno ripido e franoso fino alla forcella del Camoscio (2650 m), punto di intersezione fra il Paterno stesso e la cresta rocciosa protesa sui Pian di Cengia. Dalla forcella si risale una parete attrezzata con corde fisse e poi per tracce e roccette si arriva sul Paterno. In vetta è posta una croce a memoria della guida alpina Sepp Innerkofler caduta per mano dell’ alpino Piero De Luca durante il tentativo di conquistarne la vetta il 4 luglio 1915. Grande veduta a 360° sulle montagne circostanti e specialmente sulle Tre Cime di Lavaredo. Si ritorna alla forcella del Camoscio seguendo un breve tratto attrezzato alternativo a quello della salita e quindi per la stessa via di salita ai rifugi Lavaredo ed Auronzo (complessivamente ore 3,30 dalla partenza dal Lavaredo). Ripagati ampiamente nello spirito della fatica di due giorni trascorsi in quota, si decide di utilizzare un mezzo pubblico per il ritorno a Misurina. (Causa malfunzionamento del dispositivo GPS, non ho potuto disporre del profilo altimetrico dell’escursione ma solo della lunghezza complessiva del percorso effettuato a piedi, pari a km 26,0) Percorso disegnato su mappa Google Earth ed effettuato in due giorni con pernottamento al rifugio Fonda Savio. Primo giorno in rosso-viola con partenza dal rif. Col de Varda e salita alla cima Cadin di Nord Est. Secondo giorno in arancio-viola con partenza dal Fonda Savio e salita al Paterno. La salita al Col de Varda ed il ritorno al lago di Misurina sono stati coperti rispettivamente in seggiovia e pullman di linea. |
Mappa della cima:
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