1. Adagio - A Marcello
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Il percorso ad anello, pur non presentando tratti difficili, può essere considerato abbastanza impegnativo per la sua lunghezza. Ne sono meta i desolati valloni pietrosi sotto il Portule e Cima XII, di Bivio Italia e Campo Gallina che fu sede del comando austriaco nelle battaglie di posizione dell’Ortigara. (magicoveneto.it)
Alla partenza da Ferrara, alle 6 del mattino, la temperatura segna 28 gradi centigradi e le previsioni meteo dell’altopiano di Asiago promettono alternanza di brevi piogge a schiarite. Dopo circa tre settimane di caldo torrido padano, siamo ben disposti anche nei confronti di una leggera pioggia rinfrescante. Dal bivio Malga Galmarara (1614 m), dove parcheggiamo l’auto, ci s’incammina sulla carrareccia, contrassegnata dal numero 830, in direzione nord passando sotto i bastioni verticali del monte Zingarella ed in vista del Corno di Campo Bianco. Saliamo a tornanti tra mughi e larici e, a 1800 m circa, la strada sfocia nella Busa della Pesa, ampio pianoro dove abbandoniamo la carrareccia per seguire il sentiero che passa nei pressi del bivacco Tre Fontane (1874 m). Proseguiamo sotto la scogliera del Corno di Campo Verde quando ormai la visuale ci viene preclusa da un vasto sistema nuvoloso che non promette nulla di buono, minacciosamente plumbeo e carico di pioggia che viene lasciata cadere su di noi, dapprima in maniera leggera e poi, nei pressi del Baito Pastori e del Bivio Italia (1987 m) sotto forma di violento acquazzone con forti raffiche di vento e temperatura che sfiora probabilmente i 10 °. Al Bivio Italia seguiamo la carrareccia di sinistra che attraversa la Busa della Neve. Tutta l’area è solcata da un reticolo di mulattiere, trinceramenti, muretti a secco, gallerie e strade militari secondarie. Risaliamo con brevi tornanti verso quota 2055 m, finestra quanto mai suggestiva su questa zona dell’altopiano giacchè, veloce com’era arrivata, la pioggia ci lascia incalzata dal sereno che sopraggiunge rapido. Poco prima della selletta vi è una lapide commemorativa del generale austriaco Mecenseffy. (ore 3,00 circa da malga Galmarara) Scendendo verso sud rivediamo la punta del Corno di Campo Verde, seguito in linea dalla massiccia mole del Colombarone. A quota 2018 m, proprio sul ciglio della carrareccia nei pressi della Busa del Can, sostiamo a lungo con breve spuntino ed asciugatura di indumenti bagnati. Alla ripresa dell’escursione si fiancheggia il Colombarone fino alla grande conca di Campo Gallina, profondamente segnata da eventi geologici e bellici. Campo Gallina fu il centro delle retrovie austro-ungariche durante la I° Guerra Mondiale, una vera e propria città caserma. Si continua in dolce discesa, tenendo la sinistra (a destra si sale verso Bocchetta Portule), in costa all’Arsenale dove, a quota 1780 m, ci affacciamo sulla vastissima conca a pascolo di Malga Portule. Si risale poi lievemente verso la Selletta del Dubiello dopo di che si ritorna a scendere, nuovamente in vista dei costoni del Monte Zingarella. Si raggiunge quindi il Baito Busa del Molton, posto in una zona straordinariamente ricca di voragini, tra cui quella del Molton, che s’apre proprio sul ciglio della strada, degradata a funzioni di pattumiera. Come la conca di malga Portule anche quella della Busa del Molton accoglie belanti greggi di pecore. Ormai manca poco per Malga Galmarara, che raggiungiamo dopo circa ore 3,00 dalla Selletta Mecenseffy.
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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