1. Schiaccianoci Danza fata confetto - Tchaikovsky
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Superato il lago di Ledro, a meno di un km da Bezzecca si trova il bivio a destra per la Val Concei. Si tratta di una valle laterale della Val di Ledro, risalita da una breve provinciale. Il tratto percorribile in automobile ha termine presso il grande chalet-rifugio Al Faggio (963 m).
L’intera zona, al pari di gran parte delle Alpi di Ledro, è assai impervia e trascurata dagli escursionisti. Ma questa volta non si può certo dire che “non c’era un cane”. Un giovane e docile pastore tedesco, di supposta proprietà del gestore del rifugio, ci ha accompagnato per l’intera escursione raggiungendo, al pari nostro, la cima della Gavardina. Con lui abbiamo diviso volentieri le nostre frugali provviste. Probabilmente non sarà stato esperto nella conduzione di greggi ma di certo conosceva i sentieri della Gavardina come le sue … pulci!
Si procede lungo la strada chiusa al traffico, segnavia 414, in direzione della testata della valle. Superato il torrente Assat al ponte Glera (1050 m) la valle si restringe e diviene ombrosa per la fitta vegetazione (problemi di ricezione per il mio navigatore satellitare). Dopo circa un’ora e mezza raggiungiamo una radura nel bosco: splendidi prati ospitano la malga Gui (1445 m). Il sentiero 414 volge a sinistra dapprima tra i prati e quindi nuovamente nel bosco, salendo sino alla sella de Lomar (1600 m). Mantenendo il segnavia 414, si seguono le indicazioni per la Bocca dell’Ussol. Il primo tratto è ancora nel folto del bosco, ma poco oltre si può osservare il sentiero che taglia, in moderata pendenza, il ripido pendio erboso, occupato nel nostro caso da diverse slavine primaverili, con bella vista sulla testata della valle che non ci lascerà sino al raggiungimento del crinale. L’ultimo tratto di salita è il più ripido e faticoso. Un ultimo ripidissimo tratto permette di guadagnare il soprastante crinale in coincidenza della Bocca dell’Ussol (1879 m) nei pressi della quale, all’interno di un curioso pinnacolo roccioso, è stata scavata una piccola cappella alpina. Il bellissimo crinale ora si sviluppa verso oriente in direzione della Gavardina e del Dos de la Torta. Il sentiero, ben marcato, segue il filo di cresta affacciandosi a più riprese sui due versanti. Si tratta di un settore che durante la prima guerra mondiale vide fronteggiarsi gli eserciti italiano e austriaco. Ne restano numerose testimonianze lungo l’intero tratto in cresta. Un breve spacco roccioso interrompe la continuità del percorso e deve essere superato con attenzione; è altrimenti possibile aggirarlo brevemente con traccia che si sviluppa, appena più bassa, sul versante della Val Concei. Subito oltre, un ultimo strappo in forte salita permette di raggiungere un risalto della cresta rendendo visibile, a breve distanza, la cima della Gavardina. Per raggiungerne la vetta perdiamo brevemente quota sino ad una selletta per poi risalire lungo l’evidente percorso di crinale che ne guadagna la sommità (ore 3,30 dal rifugio). Lasciata la sommità della Gavardina, si cala nuovamente lungo la cresta sino alla sottostante sella. Subito oltre il sentiero riprende ripido sulla linea dello spartiacque per raggiungere un’elevazione irta ed affilata (senza nome, quotata 2061 m dal mio navigatore satellitare) in circa 15 minuti. Il ritorno segue a ritroso la stessa via di salita, per complessive 7 ore, soste comprese.
(riferimenti alla relazione di salita del clubaquilerampanti) Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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