1. Impromptu Op 90 3 - Schubert sito
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Ritorno sul Tamer Grande dopo aver tentato, senza fortuna, di raggiungerne la cima nel luglio del 2014 (www.lemiecime.it/cime/dolomiti_tamer.htm). Contro ogni attesa e previsione, fui costretto alla rinuncia in prossimità della vetta (2493 m), di fronte ad una parete fessurata di alcuni metri, da superare con passaggi di II°, quasi completamente occupata da uno spesso nevaio che costringeva a strisciare nello stretto passaggio tra la parete verticale ed il nevaio stesso. Come nel 2014, la nostra escursione inizia al passo Duran (1601 m). Il sentiero 524 risale in maniera costante i boschi sotto i contrafforti del San Sebastiano fino a raggiungere la base del Sasso di Caleda che rappresenta la propaggine più meridionale del gruppo stesso. Dopo un breve passaggio attrezzato, il sentiero 524 incrocia quello che proviene da malga Caleda vecchia, situata nei pressi della strada che sale al passo Duran da Valle Agordina. Si prosegue risalendo il Van di Caleda e si continua a salire verso destra fino ad individuare forcella La Porta, un varco tra la cresta sud del San Sebastiano ed il Tamer. Si avanza per il ghiaione lasciando sulla sinistra la traccia che sale al San Sebastiano e si guadagna la forcella (2326 m) dove inizia la via normale al Tamer Grande, segnata con vernice rossa, che percorre interamente la bellissima Banca del Tàmer, un cengione obliquo che taglia a metà altezza la parete ovest del Tamer Piccolo. Il passaggio sfrutta una cengia naturale arrotondata, ghiaiosa e molto esposta. Per tracce su ghiaie e sfasciumi, ove sono visibili i bolli rossi del sentiero, si supera qualche breve salto tra grossi massi per poi ritrovare la traccia segnata. Superato uno sperone roccioso si entra in un canale che va risalito fino all’intaglio tra Tamer Grande e Tamer Piccolo, libero da quel nevaio che ci bloccò la via nell’estate del 2014, da superare con passaggi di II° grado, non attrezzati se non con uno spezzone di cordino che, secondo la mia opinione, sarebbe meglio non utilizzare. Si affronta poi un breve colatoio ed una paretina con buoni appigli (I° grado). Ormai la meta è molto vicina. Si superano con attenzione alcuni risalti ghiaiosi ed un ultimo breve strappo prima di raggiungere la placca inclinata della doppia cima, la prima con ometto e la seconda, molto vicina, con libro di vetta. (Ore 3,15 dal passo Duran) La vetta, molto panoramica, offre una splendida vista sulle vicine Dolomiti e sui gruppi montuosi più lontani.
Dalla vetta, panorama verso nord. Da sinistra in primo piano San Sebastiano nord con il Civetta alle spalle; al centro il Piccolo Tamer con il Pelmo alle spalle; a destra in secondo piano l’Antelao.
(Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini, compagno d’escursione) La discesa segue le stesse tracce di salita con scarse possibilità di ancoraggio per una eventuale corda doppia, almeno per la parte più impegnativa affrontata in salita. Si richiede quindi di “arrampicare in discesa“, con molta attenzione fino alla Banca del Tamer. Oltre, il percorso si presenta più tranquillo fino all’arrivo in forcella. Mantenendoci leggermente più a destra rispetto al percorso coperto in salita, ci portiamo alla base della cresta sud del San Sebastiano in corrispondenza del bivio (segnalato con frecce e Madonnina) tra il Tamer ed in San Sebastiano nord. (ore 1,30 dalla vetta) Il rientro al passo Duran, sulla medesima via di salita, richiederà ulteriori 75 minuti. (in totale ore 2,45 dalla vetta) Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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