1. Autunno III mov - Vivaldi
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In un radioso mattino di mezzo autunno ed in prossimità di Le Tagliole, località dell’appennino modenese ai bordi dell’omonimo parco, si percepisce sullo spartiacque la presenza di formazioni nuvolose, o nebbia di cresta, non insolita sul crinale appenninico. Si dissolverà improvvisamente, in pochi istanti, a metà giornata lasciandoci stupiti sotto un cielo incredibilmente azzurro ed un sole quasi caldo, considerando la stagione e la quota, intorno ai duemila metri.
Si parte dal parcheggio di Lago Santo (1502 m), a pochi minuti di cammino dall’omonimo laghetto e si sale al Passo Boccaia (1582 m) sul sentiero CAI 529 che attraversa un fitto bosco di faggi ormai privi di foglie, accumulate sul terreno in grosso strato a rendere il sentiero più insidioso per la presenza di grossi sassi completamente sommersi. Alla Boccaia, passaggio naturale tra il Giovo e La Nuda e crocevia di numerosi sentieri, si entra in una vasta conca di origine glaciale, denominata Campi di Annibale, racchiusa tra i contrafforti del Giovo ed il crinale che continua verso nord-ovest in direzione della cima dell’Omo, nostro primo obiettivo. Basse brughiere a mirtillo e praterie con affioramenti rocciosi, caratterizzano queste altitudini dove si incontra altresì il rododendro. Poco prima del Colle della Bruciata (1700 m) veniamo ghermiti, come temevamo, dalla nebbia di cresta che, umida al pari di pioggia leggera, ci accompagnerà fino alla cima dell’Omo. Si sale per praterie sul crinale, contrassegnato dal segnavia 00, mai difficile se non in pochi passaggi rocciosi ed in parte esposti. Sulla cima, raggiunta dopo due ore di cammino, restiamo pochissimo poichè ogni panorama è precluso alla vista. Si ritorna al Colle della Bruciata e si intraprende la salita verso il Giovo, segnalato ad un’ora circa di distanza. Poco prima della vetta del Giovo si opera il cambiamento atmosferico: la nebbia cede il posto ad un sole brillante scoprendo panorami vasti e contrastanti al tempo stesso, aperti verso nord, dall’Alpe Tre Potenze, Cimone, Pietra di Bismantova, Cusna e Prado, soffocati verso sud da uno spesso strato nuvoloso che lascia intravvedere solo le cime più alte delle Apuane, isole nella corrente, e la sottostante e vicina Garfagnana. Si riprende la salita verso la vicina vetta del Giovo, caratterizzata da tre gobbe disposte a triangolo. Su quella occidentale è posto un segnale trigonometrico dell’Istituto Geografico Militare mentre su quella a sud-est c’è la grande croce di ferro. Nei pressi della gobba di mezzo parte il sentiero normale di discesa. La discesa dal Giovo, lungo la via normale, rappresenta la parte “esperta” dell’intera escursione, inizialmente su sentiero in parte ripido, roccioso ed esposto sul sottostante Lago Santo. Si ritorna quindi al Passo Boccaia e, bighellonando un poco sulle rive del laghetto, al parcheggio dopo circa 6 ore di escursione, comprese le soste.
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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