In verità la vetta, piccola gobba prativa che costituisce la sommità di cima Larici, può essere risalita con poca fatica ed anche il dislivello, poco meno di quattrocento metri complessivi, si supera senza difficoltà su un percorso piacevole, adatto anche ai principianti. Ottimo punto panoramico, sull’altopiano e sulle vette di cresta che lo separano dalla Val Sugana, che ripaga ampiamente l’escursionista.
Dal parcheggio del rifugio Cima Larici (1658 m) inizia il sentiero 825 che sale tra i prati innevati della vecchia pista da sci: si gode da subito di una bella visuale sul Verena, sul Pasubio e Col Santo mentre tutto intorno è silenzio e tranquillità. Superato un vasto dosso si cala in una conca dolcissima alla fine della quale s’intuisce la spaccatura di Bocchetta Larici (1876 m), superbo balcone sulla Val Sugana e sulla catena dei Lagorai meridionali. Qui, ignorando il sentiero che svolta a sinistra e prosegue verso Porta Manazzo e cima Manderiolo, si continua a destra sul sentiero 209 che s’innalza tra i mughi e risale la cima dal versante di nord-ovest. Questo è il tratto più impegnativo di tutta la salita, abbastanza ripido e con neve consistente, che porta sulla candida gobba, a 2033 metri di quota, dominati dall’imponenza del Portule ed appagati dai notevoli scorci panoramici sulla Valsugana, i Lagorai, il Brenta e l’Adamello. (Ore 1,30 circa dal parcheggio)
Se la cima, come detto precedentemente, può essere risalita senza difficoltà oggettive, il ritorno attraverso il sentiero 209, fino a Porta Renzola (1949 m), ed il sentiero 826, in ripida discesa fino ad incrociare la vecchia strada militare (1781 m) della Grande Guerra, va considerato per escursionisti esperti. Il sentiero 209 accompagna a Porta Renzola attraverso un percorso di cresta molto esposto dove occorre prestare attenzione alle innumerevoli cornici di neve, opera del vento, a volte arricciate nerso nord ed altre verso sud, ed alle “mugaie”, semisommerse dal manto nevoso, che possono costituire una vera trappola per le ciaspole. Il sentiero 826 invece viene affrontato in ripida discesa con estrema cautela per la quantità di neve e per la scarsità di segnaletica.
L’incrocio con la vecchia strada militare mette termine ad ogni preoccupazione; procedendo a destra, in leggera discesa, ci si porta nuovamente al parcheggio nei pressi del rifugio, transitando per Malga Larici di sotto. (circa 2,30 ore dalla cima)
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