Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
1. Canti Alpini - Ta pum (Ortigara)
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La traversata da malga Larici (1625 m) a piazzale Lozze (1771 m), per cima Portule, cima Dodici e monte Ortigara costituisce un itinerario di cresta assai panoramico in un ambiente alpestre nel quale la guerra del 1915-18 ha tristemente lasciato i propri segni duraturi nel tempo. Si tratta di un percorso di media lunghezza (8 ore, soste comprese) e discreto dislivello (oltre mille metri complessivi) che richiede un adeguato allenamento. Da cima Portule al monte Ortigara si attraversano i luoghi più solitari dell’altopiano, rischiando di camminare per ore senza incontrare essere umano. Intanto l’occhio spazia, a dritta, su buona parte del vasto altopiano di Asiago, tanto roccioso e desolato nelle immediate vicinanze, dove dominano le caratteristiche carsiche, vasti campi rocciosi intervallati da profonde doline con vegetazione formata da intricati mughetti, quanto verde e dolcemente ondulato in lontananza. A manca invece precipita bruscamente nella sottostante Valsugana per rialzarsi nuovamente verso la contrapposta catena dei Lagorai e Cima d’Asta. Lo sperduto bivacco “Buse delle Dodese” , sempre aperto per emergenze, costituisce un ottimo punto di sosta poco distante da cima Dodici il cui nome, di fatto, significa che è posta esattamente a mezzogiorno rispetto a Borgo Valsugana. Poco prima del rientro a piazzale Lozze si incontra la cappella votiva dove un sacello raccoglie le ossa dei combattenti che ancora si trovano sull’Ortigara.
Ortigara, il calvario degli alpini. Tra il 10 ed il 29 giugno 1917, tra assalti e contrassalti sugli aridi crinali tra l’Ortigara ed il sottostante, infernale, vallone dell’Agnella, vennero falciati oltre 28.000 giovanissimi soldati italiani e 8.000 austroungarici. La battaglia dell’Ortigara, del giugno 1917, è indubbiamente uno dei principali eventi bellici dell’altopiano di Asiago e della guerra italo-austriaca e si è conquistata una considerevole notorietà in virtù del numero di alpini caduti in un limitato arco temporale ed in uno spazio angusto. Un cippo, sulla cima trigonometrica a quota 2.105 dell’Ortigara, reca una scritta lapidaria di tre parole: “Per non dimenticare”. Fu posto nel settembre del 1920 dall’Associazione Nazionale Alpini in memoria di quell’elite dell’esercito italiano inutilmente sacrificata su quelle aride rocce. E’ l’epitaffio per le migliaia di alpini morti in questa battaglia del tutto priva di frutti ed un evidente invito a non ripetere quegli errori che avevano caratterizzato la condotta della guerra italiana fino al 1918.(Tratto da Guida al Monte Ortigara: Itinerari e storia di V. Corà e A. Massignan) Brano di una lettera di soldato, mai recapitata, trovata dopo 40 anni fra i resti dell’attendente a cui era stata affidata, prima di morire e morto lui stesso.
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