Dolomiti del Comelico
Data escursione: 13 Marzo 2024Vetta: Monte Zovo - 1.943 m
Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
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Avvicinamento: salendo da S. Stefano di Cadore verso il passo Montecroce Comelico si devia in corrispondenza di S. Nicolò di Comelico ed ancora in direzione della frazione di Costa dove è possibile parcheggiare nei pressi della chiesa parrocchiale (1340 m circa).
Considerazioni: il versante sud-occidentale del monte Zovo, dove sono adagiate la località Costa, Costalissoio e Costalta, nonostante la quota e le recenti nevicate non è più innevato se non un centinaio di metri più in alto. Nei pressi della parrocchiale sale la ripida forestale asfaltata (via Monte Zovo, appunto) che attraversa erti pascoli dove l’erba piegata ed ingiallita denuncia lo scioglimento recente del manto nevoso. Intorno quota 1500 m, presso alcune stalle in legno ed una bassa costruzione un pò decadente, la forestale, ora parzialmente innevata, volge ad oriente inoltrandosi in un rado bosco di abeti. La vegetazione non impedisce di scorgere, alle nostre spalle, la vicina catena Crissin-Brentoni, il gruppo delle Marmarole più lontano ed il vasto massiccio delle Dolomiti di Sesto che incombe sulla valle di Padola. Il panorama diventa sempre più vasto man mano che ci si alza di quota.
Panorama dalla cima (Alpi Carniche e dolomiti bellunesi)
La costante curiosa dell’escursione, che ha attirato la mia attenzione, è rappresentata dal paese di Danta, sul versante opposto della valle, adagiato sopra un soleggiato pianoro ancora innevato e sempre visibile.
Inizio salita
Salita: fino al rifugio De Doo (1876 m) la forestale è percorribile senza l’ausilo delle ciaspole, comunque presenti nello zaino. Il rifugio, a discapito del nome buffo che in ladino significa proprio “di Zovo”, con la sua posizione domina la valle dei torrenti Padola e Piave; è stato costruito nel 2015, dove prima c’era un ricovero per mucche in disuso da decenni, utilizzando interamente legno locale su precisa scelta della Regola di Costa.
Dopo una breve sosta presso il rifugio per calzare le ciaspole, ora indispensabili per salire alla cima, con il supporto di un cartello si sale in direzione della vetta. Sono meno di 100 metri di dislivello da superare per raggiungere la cima, seguendo una traccia poco battuta in uno spesso manto di neve. Sul sentiero 165a, che aggira il monte sulla destra prima di arrivare in cima, si trova un piccolo bivacco in legno dove sostò Papa Giovanni Paolo II (una stampa fotografica sbiadita e un mazzo di stelle alpine ricordano il passaggio del pontefice).
Sulla cima il vero spettacolo è il panorama. Non a caso il monte è definito, per la sua posizione centrale, l’ombelico del Comelico. E’ presente un totem di legno , scolpito da un artista locale, che raffigura le leggende dei paesi del Comelico; una sorta di totem indiano i cui spiriti guida sono rappresentati dagli animali del bosco. La Madonnina, poco distante dal totem, è quasi occultata dall’abbondante neve. Appena più in basso è presente un ripetitore per telefonia.
In cima
Discesa: scendendo dalla cima è d’obbligo una sosta presso l’accogliente rifugio prima di intraprendere il ritorno sullo stesso tracciato della salita, con qualche piccolo taglio di tornante.
Tempi: Ore 1,45 da Costa al rifugio De Doo; 20 minuti per salire alla cima e 15 minuti per ritornare al rifugio. Circa 1 ora per scendere al parcheggio di Costa.
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.