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Si tratta di un itinerario ad anello, bellissimo e vario, adatto ad escursionisti allenati con breve tratto attrezzato in corrispondenza della Forcella Val d’Arcia. Il percorso porta ad ammirare tutti i versanti del massiccio: le imponenti e giallastre pareti meridionali, l’enorme vallone orientale (che ha suscitato l’immagine fantasiosa di un ciclopico scranno, “El Caregòn del Padreterno”), l’articolato fianco settentrionale, complicato nella struttura dal nodo secondario delle Cime di Forca Rossa e Val d’Arcia, per concludere con l’imponente e severa parete nord-ovest. (planetmountain.com)
Escursione abbastanza impegnativa per il dislivello complessivo e la lunghezza dell’itinerario scelto. Nel nostro caso, un gruppo di bancari ed escursionisti da w.e. con tanta buona volontà, abbiamo dedicato due giorni al giro programmato pernottando presso il rifugio Venezia (foto magicoveneto.it). Di questa escursione non mi è rimasta alcuna documentazione fotografica; ho dovuto pertanto ricorrere ad immagini di escursioni successive, compiute in zone limitrofe. Dal parcheggio di Forcella Staulanza (1766 m), seguendo il tracciato del sentiero 472 si passa attorno al Pelmetto, sulle cui pendici sono state scoperte orme di dinosauri (quota 2000 m. circa). Sulla sinistra del 472, si sale faticosamente un sentierino marcato e segnalato che porta ad una zona rocciosa un po’ sotto la parete sud-occidentale del Pelmetto, senza riuscire però ad individuare le citate orme. Si riprende nuovamente il sentiero 472 in direzione est in un continuo saliscendi attraverso una zona piuttosto umida di prati, mughi e boschi radi di larice fino al Passo di Rutorto (1931 m) oltre il quale, su una piccola altura, sorge il rifugio Venezia (1946 m, circa ore 3 dalla forcella compresa la disgressione alla zona delle orme) che ci ospiterà per la notte. Presso il rifugio inizia la salita alla forcella Val d’Arcia. Il sentiero 480, denominato Flaibani, attraversa il pendio a mughi sotto la Spalla Est del Monte Pelmo che diviene detritico sotto le pendici delle Crode di Forca Rossa; risale quindi faticosamente la fessura tra la Forca Rossa e la cima di Val d’Arcia su terreno a volte detritico ed altre roccioso (cavo d’acciaio) che porta alla forcella Val d’Arcia. Oltre la forcella si scende una facile traccia su detriti per arrivare nei pressi di un dosso verdeggiante. A causa di una grossa frana che aveva precedentemente cancellato il sentiero, abbiamo affrontato la parte più impegnativa di tutto il percorso attrezzando, a tutela della tranquillità dei componenti la comitiva, la discesa sul terreno ripido e franoso. Più sotto si riprende la traccia che taglia l’ampio vallone detritico della Val d’Arcia e si continua a scendere sotto le pareti del Pelmetto fino ad intersecare il sentiero 472 che proviene dal rifugio Città di Fiume e porta nuovamente alla Forcella Staulanza (6 ore dal rifugio Venezia). |
Mappa della cima:
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