Appennino tosco-emiliano
Data escursione: 26 Luglio 2023Vetta: Pizzo Sassi Bianchi - 1.692 m
Vetta: Anticima nord-ovest e cima (monte Rotondo) del Libro Aperto - 1.932 m - 1.936 m
Vetta: Monte Lancino - 1.700 m
Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
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Premessa: si tratta di una montagna complessa che culmina con tre cime disposte a semicerchio. Provenendo dall’Abetone verso lo spartiacque principale si incontra per primo il monte Belvedere ( anticima sud, 1896 m), una cupola prativa in parte rocciosa sul versante sud.
La dolce sella erbosa del passo delle Mandrie separa l’anticima sud dal monte Rotondo, cima culminante del Libro Aperto (1936 m). Si tratta di uno slanciato cono dai fianchi ripidi, erboso sul fianco meridionale, sorretto da potenti bancate rocciose sugli altri lati. Verso nord-ovest dirama un costone secondario che si eleva poi con il monte Lagoni ed il Cimone. Nella parte sud di questo costone si trova l’anticima nord-ovest del Libro Aperto (1932 m), in forma di dosso allungato di erba e rocce.
Le cime del Libro Aperto offrono un vasto panorama circolare. A nord parte della visuale è coperta dalla massiccia mole del monte Cimone mentre verso nord-est la vista spazia verso le colline e la pianura bolognese. Verso oriente si osservano i crinali prativi del Lancino e di cima Tauffi con il Corno alle Scale più lontano.
A sud-est si vedono le vallate intramontane di Pistoia e di Lucca, oltre cui si estendono le colline della Toscana centrale, con l’Amiata sullo sfondo. Verso sud, oltre i vicini crinali del monte Gomito e dell’Alpe Tre Potenze, si segue il crinale tosco-emiliano con i monti Rondinaio e Giovo e, più distanti, i monti Prado e Cusna. Oltre il crinale appenninico spuntano le dentellate vette delle alpi Apuane.
Il toponimo “Libro Aperto” è recente e si riferisce alla caratteristica sagoma della montagna vista dal pistoiese o dal versante toscano dell’Abetone: le cime gemelle del monte Rotondo e del monte Belvedere sembrano le pagine di un libro aperto. (https://www.appenninista.it/appennino-tosco-emiliano/gruppo-del-monte-cimone/libro-aperto/)
Considerazione: a distanza di poco più di 18 anni (inverno-primavera del 2005) ritorno sul Libro Aperto, con indumenti estivi, per mettere alla prova le mie rimanenti capacità fisiche. Escursione indubbiamente più semplice di quella invernale, anche se più lunga; è tuttavia molto appagante per la bellezza dell’ambiente e la vastità dei panorami. Il fitto bosco di faggio (lato emiliano) ed abete bianco (lato toscano), a bassa quota, e più in alto praterie riccamente fiorite con vaste distese di piante a mirtillo offrono diverse tonalità di verde.
Partenza ed arrivo: rifugio “I Taburri” (1220 m), in località Fellicarolo, frazione del comune di Fanano (MO). La strada che porta ai Taburri è stretta ma asfaltata; pertanto è possibile parcheggiare l’auto nei pressi del rifugio stesso.
Escursione ad anello: compiuta in senso antiorario.
Sentieri e segnalazioni: il sentiero CAI 433 supera il rifugio e, dopo aver oltrepassato un ponticello di legno, risale a sinistra, in maniera piuttosto ripida, la faggeta che copre la cima del monte Seruca (1536 m). Il sentiero sbuca direttamente di fronte al Pizzo dei Sassi Bianchi, che viene raggiunto, e continua poi, parte sul crinale e parte a ridosso dello stesso, fin sotto la mole dell’anticima nord-ovest del Libro Aperto. A questo punto s’innesta dapprima nel CAI 435 che proviene dal Pizzo delle Stecche e rifugio Gran Mogol e poco distante nel CAI 447 che proviene dal Cimone. Alcune segnalazioni CAI bianco-rosse dipinte sulle rocce indirizzano verso la vicina anticima con una breve salita adatta ad escursionisti esperti.
Dall’anticima nord-ovest alla cima vera e propria il passo è breve ed il percorso intuitivo: soltanto un poco impegnativo per lo stretto sentiero di cresta che divide le due cime ed il breve tratto attrezzato per salire a quella principale.
In cima al monte Rotondo
Per il ritorno proseguiamo verso est lungo il sentiero CAI 00 o di spartiacque. Si scende lungo il crinale, che coincide anche con il confine tra Emilia Romagna e Toscana, fino ad incontrare una deviazione sulla sinistra che riporta al rifugio ” I Taburri” tramite il sentiero CAI 431A.
Riteniamo che ci siano ancora tempo e forze sufficienti per allungare il trekking fino al monte Lancino. Seguendo il sentiero CAI 00 con continui ma non difficili saliscendi si raggiunge una larga forcella con indicazione a sinistra del sentiero CAI 431 che riporta ai Taburri. La cima del monte Lancino è ormai a portata di mano (o di piede). Si decide di raggiungere la piccola vetta erbosa con un antico cippo in arenaria.
Si ritorna sui propri passi fino alla forcella con segnale CAI 431 e si intraprende il percorso di discesa.
Il sentiero 431 si mantiene inizialmente sotto il crinale percorrendolo in senso inverso fino ad incontrare il 431A. Devia poi verso sud-ovest tagliando le pendici orientali del Libro Aperto su vaste praterie a mirtillo e bassa vegetazione che occulta a tratti una traccia individuabile soltanto grazie ad alcuni paletti, coi tradizionali segni bianco rossi, che sovrastano l’erba alta. Poco prima di entrare nel folto bosco incontriamo la sorgente del torrente Doccione. La discesa, inizialmente a fianco del ruscello, rimane morbida e piacevole finché non entra nella faggeta; da questo punto diventa ripida a scoscesa fin quasi al punto di partenza.
Profilo altimetrico
Tempi: 3 ore dal parcheggio alla cima principale del Libro Aperto (monte Rotondo) con molta calma dovuta soprattutto alla raccolta di mirtilli. Ore 1,15 dal Libro Aperto al monte Lancino. Ore 2 dal Lancino al rifugio “I Taburri”.
Sulla via del ritorno, si transita con l’auto nei pressi della cascata del Doccione, circa un chilometro più in basso rispetto al rifugio. Vale la pena una visita su breve percorso pedonale adatto a tutti.
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.