Monte Baldo
Data escursione: 14 Ottobre 2021Vetta: Monte Coalaz - 1.192 m
Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
Ripetizione dell’escursione effettuata nella primavera del 2008, con partenza ed arrivo in località diversa rispetto alla precedente.
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La catena del monte Baldo, insieme con l’isolato Altissimo di Nago, corre da sud a nord sulla riva orientale del lago di Garda. Il versante occidentale della catena precipita nel lago in maniera vertiginosa mentre il suo versante orientale è caratterizzato da estese praterie, punteggiate da malghe, che si alternano a ripide pareti rocciose, boscate in cima. In una di queste pareti , a picco sulla valle dei Molini, è stata tracciata la ferrata Gerardo Sega.
Dal paese di Avio (val Lagarina) si risale la valle dei Molini seguendo le indicazioni per San Valentino. Al primo incrocio svoltare a sinistra per Prà Alpesina. Superato il passo Pozza della Cola svoltare, sempre a sinistra, seguendo le indicazione per il santuario Madonna della Neve e rifugio Monte Baldo. (Parcheggio presso il rifugio, 1110 metri circa)
By Kompass (In rosso il tracciato dell’andata, in verde il ritorno. Partenza ed arrivo presso il rifugio Monte Baldo, giro ad anello in senso antiorario.)
Dal rifugio, il sentiero CAI 652 transita nei pressi di alcune baite e si incunea successivamente nell’ombroso canyon, scavato dal torrente Aviana, perdendo gradatamente quota fino al bivio con il sentiero che sale da Avio. Si segue ora il sentiero 685 in direzione dalla conca dove precipita la cascata Preafessa (750 m circa), in questo periodo avara di acqua, guadando l’esiguo torrente sopra un breve ponte formato da due cavi in acciaio. Oltrepassata la cascata, il 685 risale la parete boscata fino a giungere in un grande anfiteatro roccioso che lascia senza fiato per le sue dimensioni. Il sentiero diviene una cengia rocciosa che si percorre in lieve discesa sotto imponenti tetti giallastri fino all’attacco della ferrata, dove è necessario indossare l’attrezzatura.
Pochi metri per superare in libera facili roccette e poi iniziano le attrezzature vere e proprie: una scala metallica al termine della quale alcuni metri di cavo risalgono un tratto di terreno piuttosto franoso. Davanti a noi si prospetta una lunga cengia, assicurata con cavo, molto stretta ed esposta ma priva di difficoltà tecniche.
La si percorre totalmente, in leggera salita, fino a ritrovarsi nuovamente nel bosco, in una ripida salita attrezzata. Riappare nuovamente la parete rocciosa e la nuova cengia, posta ad un piano superiore rispetto alla precedente ma in senso contrario, che non richiede la presenza di funi metalliche considerata la notevole larghezza.
Si è sovrastati da un enorme tetto di roccia strapiombante e la suggestione del luogo porta inevitabilmente ad osservare, alle nostre spalle, la parte iniziale della cengia stessa, la sottostante valle dei Molini e poco sotto di noi la prima cengia percorsa che, da questo punto di vista, appare molto più suggestiva.
La presenza del libro delle firme trae in inganno in quanto la via non è affatto terminata; ci attende il tratto tecnicamente più impegnativo; una parete piuttosto verticale, ma molto appigliata. La via ferrata termina senza la classica cima ma con un balcone roccioso che consente una piacevole sosta prima di affrontare il breve tratto finale di sentiero nel bosco che porta alla parte più alta dell’intera escursione, ossia una strada forestale che corre tra i verdi pascoli di cima Coalaz.
Scendiamo sulla forestale verso sinistra in direzione del santuario Madonna della Neve abbandonando definitivamente il bosco ed attraversando stupendi pascoli e malghe ristrutturate. Breve sosta preso il santuario (1077 m) e ritorno definitivo al parcheggio del rifugio Monte Baldo. (Ore 5 per l’intera escursione, soste escluse!)
- Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.