Appennino tosco-emiliano
Data escursione: 17 Giugno 2021Vetta: Femmina Morta - 1.881 m
Vetta: Alpe Tre Potenze - 1.940 m
Vetta: Denti della Vecchia - 1.843 m
Vetta: Monte Gomito - 1.892 m
Organizzata: Privatamente
Difficoltà:
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Dal parcheggio degli impianti sciistici della val Di Luce (1500 m circa), transitando in parte su pista di discesa ed in parte su carrareccia forestale, si perviene nei pressi del rifugio Le Terrazze (chiuso, al tempo della nostra escursione). Alle spalle del grandioso edificio, senza tracce evidenti e nessuna segnalazione ma con il passo di Annibale ben individuabile, risaliamo il ripido pendio tra estesi vaccinieti (raggruppamenti di piante di mirtillo selvatico) e terrazzamenti rocciosi fino ad intersecare il sentiero 515 che proviene dal Balzo delle Rose e confluisce al passo (1799 m).
L’esistenza del passo di Annibale nell’alta val di Luce è legata all’epopea del condottiero cartaginese che vi sarebbe transitato con il suo esercito nel 217 a.C., durante la seconda guerra punica. Proveniente dalla pianura padana, proseguì poi verso Roma nella sua epica avanzata. (wikipedia.org)
Dal passo d’Annibale si domina l’intera val di Luce; ad ovest la vista è occupata dalla catena Rondinaio-Giovo mentre ad est risaltano il monte Gomito e la frastagliata cresta dei Denti della Vecchia e l’Alpe Tre Potenze. Al passo si trova una vecchia struttura abbandonata con, al suo interno, una suggestiva veduta sul versante modenese dell’appennino.
Seguendo una traccia di sentiero verso sud, si raggiunge in breve la cima erbosa del monte Femmina Morta, curioso toponimo attribuito a questa vetta del crinale appenninico. Dalla cima transita il sentiero CAI 00 che si può percorrere, con continui saliscendi e sovrastando il piccolo specchio del lago Piatto, fino a raggiungere l’Alpe Tre Potenze, punto di confine, nel Rinascimento, tra il granducato di Toscana, ducato di Modena e quello di Lucca. (Ore 2,30 dal parcheggio)
Il sentiero 00 del crinale scende, con andamento nord-est, fino al passo della Vecchia (1775 m) ed offre una meravigliosa vista sulla valle del torrente Sestaione e sul sottostante lago Nero. Tralasciando temporaneamente il sentiero 00, si sale in maniera ripida sui Denti della Vecchia con una serie di passaggi di I° grado su roccia. In breve si affronta il punto più difficile: un crinale roccioso assai stretto ed aguzzo, con impressionante esposizione su entrambi i versanti. E’ presente qualche gancio di ferro per un’eventuale autoassicurazione ed un breve tratto di catena.
Si scende successivamente al passo Fariola (1760 m) dove minacciose nuvole temporalesche consigliano la salita al monte Gomito per la via normale (sentiero 00) evitando il passaggio per l’Alpe Fariola, classificata per esperti . Sarebbe stato imperdonabile ed oltretutto stupido farsi sorprendere dal temporale in quel tratto di sentiero più impegnativo, temporale che in definitiva si è poi manifestato soltanto con poche gocce di pioggia.
La prima cima del monte Gomito, occupata dalla stazione a monte dell’impianto di risalita e dall’adiacente rifugio Zeno Colò (chiusi), dista una decina di minuti dalla seconda cima, leggermente più bassa ed occupata dalla grande croce di vetta. (Ore 2,00 dall’Alpe Tre Potenze).
La discesa verso il parcheggio della val di Luce, esattamente 400 metri sotto la cima con croce, avviene seguendo liberamente la pista di discesa e ripidi pendii tra estesi vaccinieti. (ore 0,30 dal monte Gomito).
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto.
Sulla strada del ritorno, nelle vicinanze del paese di Pievepelago, mi concedo una breve sosta presso il ponte vecchio della Fola, sul torrente Scoltenna. Citato per la prima volta nell’anno 1028, è posto sull’antico tracciato che collegava Pievepelago e Riolunato e fu realizzato con un caratteristico profilo ad ali di gabbiano utilizzando un unico pilone centrale e due ampie arcate a schiena d’asino.
Ponte della Fola