1. Fiore di Manuela - Coro Marmolada (VE)
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Continua la morsa dell’alta pressione sulle dolomiti venete. La neve, elemento essenziale di questi spazi, è appena presente ad alta quota (oltre i 1800 m) e solo nelle zone d’ombra. Paradossalmente ed incredibilmente ricopre con il suo inutile e leggero manto quote assai più basse, la valle del Piave, tra le località di Sedico ed il capoluogo bellunese.
Dal passo Duran (1601 m) si sale verso nord-ovest per ripido prato fino a raggiungere una larga carrareccia (sentiero Cai 554) che si segue verso sinistra toccando prima casera Duran (1744 m) e poi il rifugio Carestiato (1834 m) che sorge in cima al Col dei Pass. Alle spalle del Carestiato, la grande parete delle Masenade/Moiazza Sud è rinomata per la difficile ferrata Costantini. Sempre sul sentiero 554 (Alta Via n. 1) ci si abbassa un pò nel grande vallone delle Stamere per continuare poi verso ovest, con alcuni saliscendi attraverso macereti e mughi, fino all’impluvio del Van dei Cantoni, termine della ferrata Costantini. Con un ultimo strappo nel bosco sotto il caratteristico Tridente si guadagna forcella del Camp (1933 m) dove il panorama si apre verso la Civetta e la nostra meta. Una traccia segnalata scende a tornanti nella sottostante Busa del Camp in direzione della ben visibile casera omonima che si raggiunge in breve (1861 m). Fin qui l’escursione può considerarsi non impegnativa; la poca neve presente sul terreno non richiede l’uso delle ciaspole e le segnalazioni dei sentieri sono ottime. Tralasciando la traccia evidente che porta verso nord (554 – Alta Via n. 1) in direzione del rifugio Vazzoler, è invece necessario ricercare l’attacco del sentiero per risalire la Lastia, sulla sinistra della casera. Si imbocca un sentiero, poco marcato e segnalato abbastanza male, che si tiene sul margine sinistro della Busa e che poi si immerge nel boscoso versante nord della Lastia; si guadagna quota rapidamente uscendo dal bosco fino a raggiungere alcuni canalini rocciosi dove occorre prestare attenzione al ghiaccio presente sotto il lieve strato nevoso. Senza percorso obbligato si superano alcune fasce di rocce con cascatelle gelate, immerse in una selva di mughi, per uscire infine con un breve salto roccioso sulla calotta sommitale e la panoramicissima vetta (4 ore dal passo Duran). Panorama dalla cima verso nord-est: da sinistra il gruppo Civetta-Moiazza, l’incavo del passo Duran, il gruppo San Sebastiano-Tamer-Castello Moschesin. Il panorama è veramente notevole: spazia sulla sottostante val Corpassa sovrastata dalla Civetta-Busazza, sul frastagliato gruppo delle Moiazze, sul passo Duran, sul gruppo del San Sebastiano-Tamer, su tutte le dolomiti bellunesi con i Monti del Sole, la vallata agordina, sul grandioso gruppo della Croda Granda-Agner, sulla profonda spaccatura della Valle San Lucano e le Pale omonime, di poco superiori in altezza ed apparentemente a portata di mano, e sulla prima Pala dove si trova il fantastico bivacco Bedin. (Tutte le foto non firmate sono attribuibili ad Alberto Zerbini)
La sosta è necessariamente breve. La conformazione morfologica del sentiero percorso fa supporre che il tempo necessario alla discesa sia pressochè uguale a quello di salita e non si può rischiare di arrivare al passo con il buio. La discesa alla Busa del Camp, sezione più impegnativa dell’intera escursione, il terreno roccioso coperto da migliaia di mughi, la poca neve ed il ghiaccio infido consigliano l’uso dei ramponi. Data la carenza di segnaletica, con un pò di fortuna si potranno seguire le tracce lasciate all’andata.
Raggiunta la casera si risale nuovamente la forcella del Camp, si ripercorre a ritroso l’Alta Via n. 1 fino al rifugio Carestiato per raggiungere infine il passo Duran (ore 3,15 dalla vetta).
Percorso rilevato con GPS e trasportato su mappa Google Earth: rosso in andata, verde al ritorno. Cliccando sul simbolino della macchina fotografica si può visualizzare la foto. |
Mappa della cima:
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